giovedì 18 agosto 2011

Nota al libro Isole e terre di Puttini Hall

Premio Il Portone, Pisa 2011
Secondo Premio
a
Luisa Puttini Hall
per il libro
Isole e terre

Il libro si suddivide in due sezioni: Isole e Terre. Il filo conduttore che unisce le pièces della prima sezione è l’ampia capacità di spaziare da parte della poetessa sulle estensioni dei mari. Sì!, perché proprio il mare nella sua dimensione che più si avvicina all’inarrivabile, rappresenta la voglia di fuga, onirica forse, ma fondamentalmente umana nella ricerca di andare oltre.  Ed essere baciati una sola volta dalla linea della battigia crea un’inquietudine che solo il mare può placare. La poetessa spazia: dalla Scozia, all’Irlanda, da Lesbo a Madeira, dalle Azzorre all’Arcipelago toscano, dall’Egitto al Galles … E di ogni località delinea con tratti e pennellate colorite, e polpose di acquerelli, oggetti, acque, coste, genti: la sabbia argento vivo di Andrews, il tramonto vetro di finestra dell’Irlanda, la foresta pietrificata di Lesbo, il transatlantico di luce della Ihla Do Corvo, le scale di lavagna di Tellaro, fino a Istanbul e oltre. Immagini rappresentate non solo con intento paesaggistico. Ma frammenti d’anima di una poetessa/pittrice concretizzati in affascinanti paesaggi. La Hall con il linguaggio della natura parla di se stessa; ricama il suo sentire: l’amore, la vita, la gioia, anche la malinconia in quei tramonti che staccano la luce dalle isole per creare lo stupore delle notti. O la sorpresa: “Non ti ho mai vista così / gelida sotto il sole / nudo d’inverno.” (Venezia di gelo). La seconda sezione, Terre, è più intimistica, più volta ad analizzare sentimenti e stati d’animo, meno bisognosa di sciali panoramici, ma più diretta a persone care all’autrice: Badante, Figli, A Giovanni, Mafalda, Eleonora o a Nicoletta nel giorno delle sue nozze. Ma è sempre la scoperta che anima, e irrobustisce la poesia come la vita stessa della poetessa: “Un bambino non sa / d’essere infelice / prende la vita / come la pioggia / non conosce altri cieli / Quando è grande abbastanza / riesce a vedere il sole / al di là del muro di casa / e si chiede / dove sia la porta”. (Un bambino non sa).

La struttura stlistico-metrica è articolata in diverse misure; ma sembra che l’autrice voglia far risaltare l’efficacia degli endecasillabi, facendoli precedere da versi di minore misura. E’ così che la musicalità del tessuto poetico rende, e al contempo accompagna con efficacia il dipanarsi delle sensazioni e dei sentimenti, rendendoli visivi:

“Il tramonto è un vetro di finestra / fra le case abbandonate / ai venti dell’oceano / e il papavero sfavilla senza posa / nelle crepe dei muri diroccati.”. (Irlanda).   





Nazario Pardini

Arena Metato 11/07/2011


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