mercoledì 27 giugno 2012

Brunello Gentile, La ladruncola (Racconto)



 La ladruncola

Il Nostalgia, splendido ketch di 15 metri, doppiato Cabo de Gata, giunse ad Almeria verso le 18.00.
Le tre coppie che avevano noleggiato la barca, sfinite dal vento e dal sole, decisero come sempre di cenare nelle vicinanze e rientrare subito per un ammazzacaffè in pozzetto. La camminata in città subì un inesorabile rinvio. Angelo, armatore e skipper del Nostalgia, dopo le solite insistenze accettò ospitalità al ristorante e ricambiò offrendo bevande più o meno alcooliche negli attimi di pigrizia prima del riposo. Da 15 anni proponeva crociere nel Mediterraneo spagnolo, dalla Costa Brava a Gibilterra. L’atmosfera confidenziale con ogni equipaggio pagante era una prassi, ma questa volta, per una reciproca simpatia, era nata quasi un’amicizia. In quei finali di giornata era bersaglio di domande sulle più svariate esperienze da skipper, spingendosi, soprattutto le donne, a curiosare sulle sue avventure amorose. Notarono tutti che lui, quella sera, era insolitamente distratto; non la smetteva, in piedi da solo, di guardare il mare oltre le dighe. “Quale grande amore ti ricorda questo porto?”, lanciò Nadia per prima. “Non era un grande amore, era una piccola ladra”, fu la risposta. Il silenzio prolungato che seguì lo costrinse a confidarsi. “Sei anni fa gli ospiti che avevo portato a Casablanca erano tornati con l’aereo e mi trovavo qui, in rientro a Barcellona da solo. Nel porto c’è un famoso velaio e mi sono fermato alcuni giorni per farmi realizzare una nuova randa. Un primo pomeriggio rientravo con la mia vela appena consegnata, deciso a provarla subito per far apportare eventuali modifiche. Scoprii immediatamente che c’era qualcuno sotto coperta e usai ogni precauzione per coglierlo di sorpresa. Era un grazioso visetto di ragazza quello che mi guardava sorridente e senza paura. Una borsa di tela su un divano della dinette era colma di oggetti che mi appartenevano. - Non denunciarmi, ti prego. Tu hai un sogno di barca, io rubo per vivere. - Svuota la borsa sul cuscino e vattene prima che cambi idea! - Eh, no! Devi lasciare che ti rubi qualcosa, altrimenti come mangio stasera? - Ti darò della frutta che ho in frigo. - Sarebbe elemosina, il cibo me lo devo guadagnare. O la prendevo a schiaffi o scoppiavo a ridere per quella sua strana logica. Non so perchè le feci una proposta altrettanto insensata. - Vieni in mare con me per darmi una mano. Ti pagherò facendoti rubare qualcosa; però dovrai dirmi cosa vuoi e deciderò io se lasciarti o no la refurtiva. Gli occhi della ragazza si inumidirono per la commozione. - Sono nata in Sierra Morena. Fino a 3 mesi fa non avevo mai visto una spiaggia. Davvero mi fai navigare? Liberò in fretta la borsa sul divanetto e mi guardò preoccupata. - Non è che vuoi gettarmi a mare? Non credo di saper nuotare. - Non dire fesserie. Togli la camicetta e indossa questa maglietta. Uscito all’esterno per predisporre l’uscita, apprezzai che ci fosse un bel libeccio per fare le prove necessarie ma non sospettavo davvero un mare così mosso; probabilmente risulta di qualche burrasca lontana. Appena lasciate le dighe giudicai un forza 5; la barca l’avrebbe affrontato agevolmente, per la ladruncola era un altro discorso. Mi consolò vederla uscire esibendo ancora un sorriso convinto. Corsi a recuperare una cinghia che le fissai addosso agganciando il moschettone al cavo d’acciaio. - Così non finirai in mare. Paura? - Perché? Non ebbi tempo di rispondere e fu raggiunta dagli spruzzi. Anche la gonna fu sostituita con un asciugamano di spugna. Continuò a sorridere felice nonostante ad ogni onda la barca venisse investita da una montagna d’acqua. Dopo un po’ era fradicia all’inverosimile. L’unico indumento che le restò fu la maglietta; bagnata com’era si trasformò in un velo sopra un corpo proporzionato ma ancora acerbo benché mi avesse confessato che stava per compiere 19 anni. Avrebbe potuto spostarsi per ripararsi in qualche modo, invece rimase tutto il tempo in piedi, tenendosi stretta ad una sartia, attendendo la sferza delle onde. Di tanto in tanto si voltava ridendo dimostrandomi tutta l’emozione che stava provando.
La randa funzionava perfettamente, ma i miei occhi erano puntati solo su quella visione di felicità; la ragazza sembrava dialogare con il mare, urlandogli addosso e provocandolo con la forza di una divinità; anche le onde sembravano giocare con lei come bambine dispettose e divertite. Io sono profondamente innamorato del mare e ho conosciuto altri che lo sono altrettanto, ma tutti per certi versi gli riserviamo un rispetto che deriva dal timore della sua imprevedibilità. Non avevo mai visto esternargli un amore spontaneo e sconfinato, senza remora alcuna. Quella ragazza sembrava volerlo abbracciare senza rendersi conto della sua immensità, tanta era la sua gioia di averlo incontrato per la prima volta nella vita. Una pioggia di gocce raggiungeva anche me al timone e questo confondeva le lacrime della commozione che a mia volta provavo. Rientrai in porto un paio d’ore più tardi e le ho fatto fare una doccia fin che io lavavo la coperta per togliere la salsedine. Al momento del commiato mi chiese solo di tenere per ricordo la maglietta ancora bagnata e se ne andò in fretta. Mentre mi riprendevo dagli effetti di quell’incontro ricordai che nel cassetto del tavolo da carteggio avevo 10 banconote da 100 dollari. Come supponevo le aveva scoperte, ma ne mancava una sola, sostituita da un biglietto scritto a mano. Ogni giorno devo guadagnare l’equivalente di 20 dollari per sopravvivere. Ne rubo 100 per permettermi 5 giorni da sola sull’estremità della diga ad incontrare il mare come oggi. Sono certa che me li avresti dati anche tu. Grazie.... Le parole di Angelo tradivano emozione. “Ti è andata bene che quella ragazza ti abbia rubato solo 100 dollari”, esclamò Luca. “Non mi ha portato via solo quelli. Mi ha rubato anche l’immagine del mare che io conservavo fin da bambino. Da quel giorno ogni volta che interrogo l’orizzonte mi appaiono solo il suo sguardo e il suo sorriso”....

   Dott. Brunello Gentile

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