martedì 3 luglio 2012

Antonio Spagnuolo, inediti


Parametri –


Il coraggio di dirsi nelle dimensioni del senso,
uno spazio di contraddizioni per il pretesto
di aggiungere alla memoria le crisi di una sinfonia.
Noi ripetiamo ai giorni le nostre fantasie
quasi un colore inciso fra le ombre per rileggere ancora i pochi versi
che ristagnano nelle pieghe del cervello.
Mentre si libera la rassegnazione, penetrare nella pelle
nevrotica e controfigura, fingo di rispecchiarti
scavando le impotenze dell’attesa.
Secondo l’ora del tempo vago lungo le strisce ormai usuali dei ritmi,
trascinando diafane figure o entrare nella metafora affannata
ove rimane il rituale al prezzo che la vita risparmia.
Volgemmo segni e dialettiche,
secondo sguardi,  vagando lungo strisce del ricordo:
ogni crepuscolo breve vuota le mani da pensieri,
e le interrotte parole degli  amplessi ripetono gli odori del fumo,
ripeto gli abbandoni , tra le vibrazioni irriverenti e gli infiniti risvegli
gonfi di altre notizie entro nella libertà della poesia.
le notti strette intorno alla mia gola
inviolabili matasse dell’attesa
o vulnerabili pagine nell’asfissia dei pensieri
ed impariamo che il raccontare è sillaba
delle confusioni, di segreti ormai logori
così capovolgiamo il consumarsi dell’aria,
in aperture impossibili come al fondo dei dubbi.
Nei rinnovati accostamenti, attraverso memorie,
impegniamo gli specchi per ricostruire
quanto abbiamo atteso e rivissuto: il segreto del ritorno.
Il timore e il ricordo della strada rientra
negli argini della consapevolezza,
quando presenze nascoste annullano gli spazi per creare
le forme infrante delle coincidenze.
E’ colma la memoria dei cancelli limite,
dei frammenti che ricuciamo a stento per creare profili.
Ormai l’improvvisa speranza offre orizzonti
ove plasmiamo le nuove luminose immagini.

*

Antonio Spagnuolo


 
Antiche mura –


La strada è sempre un tocco di ricordi,
tra le memorie, in cerca degli autunni trascorsi:
foglie di betulla, gialle, le chiavi del cancello,
l’andirivieni degli scrosci , le utopie ,
di quei teneri colori di violetto,
quando la città consumava il suo sonno,
e i disinganni laceravano tele
per i polsi incalliti  nella gloria.
Ad ascoltare melodie, o nelle tracce apparenti,
il susseguirsi delle urgenze quotidiane
incidono in cadenze  ed i ciottoli hanno il timore
di presenze nascoste.
I calzari nell’improvvisa speranza
hanno la rabbia allacciata alle vicende
del destino che incombe.
Fu in quel tempo che gli sguardi
intesero indecise le parole,
per raccontare gli assurdi mutamenti
di una antica metropoli,
nelle incaute libertà delle ombre.
Ma oltre il respiro un tentativo
di stupire alla corsa,
prima di distruggere i consensi,
e confondere il sudore che segna l’orizzonte.
A riallacciare i nostri giorni al passato
egualmente  lusinghe e narrazioni
scandiscono il pensiero riflesso tra le ciglia.

*

Antonio Spagnuolo


 
Pelle -

Nelle impronte della mia carcassa,
al misterioso anatema del mattino,
rincorro gli aromi del golfo,
ripeto il verso impaurito,
pulsando una carotide sdoppiata.
Pelle a pelle il linguaggio delle trasparenze
stordisce l’isteria della città,
mentre la fantasia rimbocca ancora
altri giorni contati,
come i grani di un rosario impazzito.
Nelle sere di agosto la tua vana rettifica 
contrasta  persiane, accostando le sillabe
per scongiurare i baci.
Le immagini dei flutti gonfi di sabbia
sono fruste dell’altrove
trasformate nello sfolgorio che illude,
per quel che fummo nel polline,
ora cometa da rincorrere e odiare.

Antonio Spagnuolo

*   *



Forme –


Dileguo le contorte inettitudini
delle tue lacrime in penitenza ,
tremoli punzonando le mie forme
ad ogni segno, tu , brezza succhia dose:
in delicato dondolio frantumi
le voci del cancello.
Lasciammo distimie monologanti
nel paradosso di Tersicore:
presso lo stormo d’aria riconduco l’incendio
per l’insonnia , all’abbaglio del corso
in dissonanze, controvento.
Ora trapasso le scritture fuori mito
Nel coccio già battuto
per l’immagine  corrosa della sera.
Tutto questo al bugiardo rimprovero
di qualche insolita preghiera.

* *

Antonio Spagnuolo

*



Antonio Spagnuolo (21 luglio 1931) è nato a Napoli, dove vive. Poeta e saggista.
Si è dedicato sin dal 1953 alla ricerca poetica con riscontri critici di notevole interesse.
Redattore negli anni 1957-1959  della rivista “Realtà” (diretta da Lionello Fiumi e Aldo Capasso), ha fondato e diretto negli anni 1959-1961 il mensile di lettere e arti “Prospettive letterarie”. Condirettore della rivista Iride negli anni 1975, fondatore e condirettore della rassegna “Prospettive Culturali” negli anni 1976-1980, ha fatto parte della redazione del periodico “Oltranza” negli anni 1993-1994. Nel 2007 ha realizzato la Antologia di poeti contemporanei “Da Napoli/verso” (Editore Kairòs), presentando giovani autori al fianco di una scelta schiera di storicizzati, e l’antologia “Frammenti imprevisti” (Editore Kairòs 2011) . Dirige la collana di poesie “Le parole della Sibilla” e la rassegna “Poetrydream” in internet. Premiato più volte per i suoi numerosi volumi pubblicati.
E’ presente nella “Letteratura italiana” curata da A. Asor Rosa per le edizioni Einaudi.
Di lui hanno scritto numerosi autori fra i quali  Carmine Di Biase nel volume "La letteratura come valore", Matteo d'Ambrosio nel volume "La poesia a Napoli dal 1940 al 1987", Gio Ferri nei volumi "La ragione poetica" e "Forme barocche della poesia contemporanea",  Stefano Lanuzza nel volume "Lo sparviero sul pugno", Felice Piemontese nel volume "Autodizionario degli scrittori italiani" , Corrado Ruggiero nel volume "Verso dove", Alberto Cappi nel volume "In atto di poesia", Ettore Bonessio di Terzet nel volume "Genova-Napoli due capitali della poesia", Dante Maffia nel volume “La poesia italiana verso il nuovo millennio”, Sandro Montalto in “Forme concrete della poesia contemporanea” e “Compendio di eresia”, Ciro Vitiello nel volume “Antologia della poesia italiana contemporanea”, Mario M. Gabriele ne “La parola negata”, Carlo Di Lieto ne “La bella afasia” , Domenico Rea, Mario Pomilio,  Gilberto Finzi, M. Lunetta, G. Manacorda , Gian Battista Nazzaro , G. Panella,  G. Raboni ,   e molti altri .

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