giovedì 12 luglio 2012

Pietro Pancamo, editi ed inediti.



Da: Manto di Vita. LietoColle. 2005


***
Origine dell’ispirazione poetica

Da dove ha origine l’ispirazione poetica? “L’ispirazione” avanza una risposta: il poeta è maestro di danza dei propri pensieri e proclama la sua “bravura artificiale” (non è forse la poesia artificio?) mentre si annuncia il temporale, atteso come portatore di ispirazione. L’accenno alla fiaba di Cappuccetto Rosso (“per rimpiangerti meglio”) propone un rapporto di odio/amore col temporale. Il poeta afferma comunque la solitudine nel momento dell’ispirazione.
La poesia di Pancamo esibisce varietà di registri linguistici e codici. In “Io adesso festeggio” intrigante è il linguaggio della fisica tra vettori, indicatori di forze e un fenomeno naturale, il vento, che gli permette di segnare la sua distanza interiore da un orizzonte esterno (forse di salvezza). Il ricordo di vecchie allegrie cameratesche conserva i sentimenti contro le tarme che corrodono. Gli ultimi versi sembrano riverberare il nunc est bibendum oraziano, con lo sfondo dell’immagine di quattro amici d’avventura, di cappa e spada.
“Sui vetri appannati”, invece, è poesia leggera, orientale: dentro, sotto le lenzuola; fuori, l’inverno è rappresentato metonimicamente da quei misteriosi “ideogrammi/ di cuoio” che mi affascinano. Eppure la vita continua: “Scia” segna una ripresa, in solitudine: si ricomincia a camminare senza velleità, inermi, senza parole, con la sola eco dei passi (quasi tangibile scia di lumaca).
In “A mezzanotte” riappaiono i fantasmi come “doppio” di un’umanità che continua a camminare nel vuoto.
La personificazione dei ricordi che suscitano lo spazio e rompono l’oppressione di qualsiasi muro, in “Racconto”, sottolinea la ferocia della calura di una notte d’estate impietosa. Dopo un susseguirsi di metafore che ci trasportano in deserti interiori e antichi, uno spiraglio appare all’alba (per altri suonano le campane) nella consapevolezza di un destino “semplice”: “Ma è un coriandolo/ questa città/ in mano al vento!”. È questo “frammento” che mi dà la chiave di lettura del titolo della raccolta: il cosmo ammanta la vita del mondo e dell’uomo, che in balia del vento, rivela l’estrema e carnascialesca leggerezza dell’essere.

Marisa Napoli
saggista più volte edita da Rizzoli, Laterza, Zanichelli e La Nuova Italia




Somiglianze


A quest’ora
ogni paese
è un fagotto
di stelle e di buio.

Ma lo è pure
questo cielo vagabondo
(guscio d’aria e di respiri)
che stringe in un solo mondo
città, mari e tempeste.

Ma lo è pure
questa via
(intirizzita di pioggia)
col suo buio
incatenato ai lampioni
e un po’ di stelle
che sussurrano al mio palazzo
la ninna nanna:
vedo tante finestre
chiuse fra perimetri di sonno.

A quest’ora
ogni uomo
è un fagotto
di buio e di stelle.






Confronto


S’alza al mattino
un fumo di tigri
dalle iridi aperte,
in campagna;
un’espressione grinzosa
rimbocca la faccia
dei contadini.
E mentre il fiume
s’accalca ai loro piedi,
si spulciano gli occhi
scrupolosamente
trovandovi affogate
zampette di ragno.

Io invece,
montanaro del cuore che batte,
m’inerpico per un letto castano
di mie pietruzze in salita.
Poi, di sera,
– tornando a zonzo verso casa –
sembro un fantasma nero che,
appuntito come un ago,
viaggi sui trampoli del buio.





Vecchiaia: canto di un barbone errante della discarica


I
Quanta spazzatura
che mi ritrovo addosso
nelle dolci siepi di bosso.
Qui tra le foglie verdi
han fatto una discarica.
L’oblò di lavatrici scoperchiate
è un belvedere
per le formiche nere.
(Provviste nel secchio:
alimenti scompagni
come le scarpe vecchie,
bucate dalla noia dell’usura).
“Alla discaricaaaa!!”,
gridano torme di rifiuti.

II
Caldo e fetore
nei venti acuti
si mescolano a formare
uno smog estivo.
(Infatti se gli uomini
dàn di matto,
la sporcizia dà di puzzo).
Così il rosso del mio sangue,
che ogni mattina si sveglia,
non vuol dire più
rigenerazione
ma soltanto
riciclaggio.






Frammenti


Il buio sorge presto dalle mie parti
e il giorno scompare come nebbia della notte.




Le stelle digrignano in cielo.

Vento che straripa dal buio:
quel gorgo è una solitudine
che si tuffa nel mio corpo.
Il vento si accartoccia nel respiro,
sommerge la notte
in un intrico di notti.

Ma è un coriandolo
questa città
in mano al vento!




Un sorriso affacciato alle labbra
e il cuore trema
come una foglia
appassita,
caduta
timidamente
da quel sorriso.






L’ispirazione


I
E di sera
io danzo l’habanera.
Ricordi silenziosi
aprono gli occhi permalosi
e battono i piedi qui con me.
Io sono il maestro.
Io li dirigo.
Io sono il maestro di bravura artificiale.
Io dirigo la musica
nell’aria che sa di temporale.

II
Il temporale è già tornato a casa
fra le nubi,
mentre io lo saluto
da quaggiù:
“Vieni presto, eh? Domani sera!”.
Ma se non vieni
festeggio ugualmente.
No, non per dimenticarti:
per rimpiangerti meglio
(come direbbe il lupo
a Cappuccetto Rosso)…
e più gioisco
più sono solo.





Racconto


I: in casa, di sera.
Dalla finestra aperta
mi prende ancora
a ditate nel cervello
questo calore in maniche di luna,
che mi costringe sempre
a sentirmi male.
Tanto male:
un concerto di cicale
il silenzio
che si sgretola nel muro.

II: fuori, di notte.
Ma penso ai ricordi:
lo so che migrano
suscitando lo spazio.
Anche esterno.
Così almeno posso uscire.
Infatti eccomi:
vado a camminare.

E passeggiando zoppo
fra lune di tempo,
trovo un angolo d’ombra
come uno spiraglio di stanchezza.

Se guardo attraverso
davvero a lungo
riconoscerò, poi,
nell’aria del mattino

(le campane – non per me –
sono l’alba
popolata di prime ore)

i detriti del mio semplice destino.






Mentre allaccio il destino


Ho fatto la mia vita con i piedi
senza nemmeno darle
una forma di sandalo
o di mocassino.
Che scemo.
Che cretino!
Dio come piango,
mentre allaccio il destino
qua
in mezzo alle narici,
proprio come un anello al naso.






DA GLI INTERCALARI DEL SILENZIO
                           (SILLOGE INEDITA IN CINQUE PARTI)





QUALCHE INDIZIO DI MATERIA


Filosofia



Parole e frasi sono gli intercalari del silenzio
che smette, ogni tanto,
di pronunciare il vuoto.

Allora qualche indizio di materia
deforma l’aria,
descrivendo le pause del nulla
prima che il silenzio
si richiuda.
(Le mani s’infrangono
contro un gesto incompiuto)





Passi



Gesti sinuosi
a intrecciare
il corpo di un uomo

mentre

danze attutite
risalgono il tempo
sfiorando i minuti
con un frullo di passi.




VERANDE D'AZZURRO




Verande d’azzurro



  

I


Un laghetto di fumo nel cuore… Processioni di frasi lasciano calzature d’intelligenza
prima di entrare nella moschea delle bocche.



II

I profumi sorridono tra le maschere di foglie. E lettere serpentine
indossano pastrani di luce.



III

Un gregge di bagliori
alle pendici dei versi
nasconde l’Ulisse della mia ispirazione…

Canicola di gioia, tanfo d’allegria
negli sguardi ciclopici del solo occhio giornaliero. Spranghe di felicità
negli acuti del sole
e, fra verande d’azzurro, spaventapasseri di poesia…



IV

Tachicardia di vento nei vestiti: il vento, cuore del cielo…
Le nuvole sembrano covoni di luce, capanne di fieno
intorno al pagliaio del sole. Nel raspo degli alberi
festoni d’aria, e gli occhi sono brandelli di nostalgia tra festuche di tempo allegro.
Stelle filanti d’erba, pendii agitati fra la bonaccia della pianura…



V

Terra diroccata e baracche di collina. Villaggi di sole.

Dal lievito nullo di rocce azzime,
paesini salgono
pioli di luce.






DELUSIONE



Delusione



La bravura simbiotica delle rime a incastro.

Il sogno è un conservante,
l’additivo artistico
per rimodernare
ambizioni letterarie,
o speranze, sopite ad honorem.

Comunque il sole
non è bello come prima.
Adesso mi pare una vecchia fotografia.
Il particolare, anzi,
di una vecchia fotografia
... ritagliato via
dall’alone di un sorriso.







MORTE ANTOLOGICA PERMANENTE



Trattatello



PREFAZIONE:
le parole seguenti
sono un fango di cellule nervose,
tenute insieme dal silenzio.

Il silenzio è un’isteria di solitudine
che genera e accumula:
prodotti temporali,
energie cinetiche,
reazioni di gesti a catena.
I sogni, inseriti nella rassegnazione
come in un programma di noia pianificata,
sono gli arti di questo silenzio;
o, se preferiamo,
gli organuli ciechi del silenzio
che lavorano a tastoni
dentro il suo liquido citoplasmico.
Il silenzio può anche essere
la cellula monocorde
di un sentimento spaventato,
di un amore rappreso,
di un guanto scucito:
in tal caso
trasforma la solitudine
nella raggiera cerimoniosa
d’una nausea che procede,
maestosa,
con moto uniformemente accelerato.
(Si registra un’accelerazione a sbalzi
solo quando
un’effervescente disperazione
s’intromette con scatti sismici
a deviare il corso
dell’accelerazione stessa).
Per concludere,
l’evoluzione della nausea
può secernere un vuoto,
avente più o meno
le caratteristiche della morte;
o germogliare per gemmazione
quella strana forma di vita
identificata col nome di indifferenza,
la quale risulta essere (da approfondite supposizioni)
il chiasmo di paura e odio.

POSTFAZIONE:
le parole precedenti
sono un fango di cellule nervose,
tenute insieme dal silenzio.
Ogni allusione
a sentimenti e/o fatti reali
è voluta
silenziosamente.






Morte antologica permanente



Siccome la vita
ci rovina la vita
(sempre!),
a giugno ho visitato
(un po’ turista, un po’ becchino
e un po’ parente sconsolato)
l’interessante morte
antologica permanente
delle mie speranze
migliori:
quanti sogni falliti
imbalsamati in bella mostra!

Li guardavo e piangevo
desolato nero,
dannandomi frenetico
la salute.

E adesso è soltanto
stanchezza rabbiosa
resistere ogni giorno
al ripetersi ingombrante del respiro

e della luce.





DECOMPOSIZIONE PSICHICA




Decomposizione psichica



Musica come bava alla bocca:
e il cielo si gonfia tra le urla dei pazzi,
il loro sguardo è vento
che si perde nel labirinto di stelle.

Ogni parola è una stella
che splende di saliva: e cieli agitati
innevati di stupore
tramontano lontani,
evocati dalla morte.

Il mio cielo
è questo mio cervello
pieno di tralicci spezzati
e di barriere sventrate
e d’acque ferite
e di binari sradicati
che si mordono col ferro.
Dentro le vene,
aggrovigliate come un gomitolo
di dolore,
il sangue è un fiume abbandonato
terso di rumori prosciugati.

La morte è silenzio
stonato.






Pietro Pancamo (1972) coordina il portale «L(’)abile traccia» (citato in un volume della Zanichelli). Oltre che redattore del blog letterario «Viadellebelledonne», fra i più seguiti in Italia, è direttore editoriale nonché conduttore di «Poesia, l(’)abile traccia dell’universo», podcast culturale dell’emittente milanese Pulsante Radio Web. È autore di «Manto di vita» (LietoColle, Faloppio, 2005), una silloge di versi che ha suscitato l’interesse di Giancarlo Pontiggia. Compare nelle antologie «Poetando. L’uomo della notte» (Aliberti editore, Roma-Reggio Emilia, 2009) e «Mentre un’altra pagina si volta» (Giulio Perrone Editore, Roma, 2010) curate rispettivamente da Maurizio Costanzo e Walter Mauro.

Nel 2012, la Rete Uno della radio nazionale della Svizzera italiana gli ha dedicato una puntata del programma «Poemondo». È disponibile on-line il suo primo e-book di racconti: «Sia fatta la tua comicità. Paradise strips» (Cletus Production, Roma, 2012). Fra le riviste da cui è stato recensito –o su cui ha pubblicato (talora in inglese) poesie, articoli o racconti– figurano «La poesia e lo spirito», «Tuttolibri» (inserto de «La Stampa»), «Poesia» (Crocetti Editore), «Poesia» (blog del canale televisivo Rai News), «Scriptamanent» (Rubbettino Editore), «Poeti e poetastri» (portale gestito dall’Agenzia letteraria “Perroni & Morli Studio”), «Gradiva», «Atelier», «La Mosca di Milano», «Il Cofanetto Magico», «Stilos», «El Ghibli», «Corpo12», «Lettera.com», «Subway Letteratura», «Sagarana», «IF. Insolito & Fantastico», «Il Paradiso degli Orchi», «BooksBrothers», «TerraNullius», «Oubliette Magazine», «Progetto Babele», «Tangram», «InFonòpoli», «Books and other sorrows», «Filling Station» (quadrimestrale canadese) e «Snow Monkey» (periodico statunitense). Recensioni a sua firma sono uscite sia nel sito della rivista «L’Indice dei libri del mese», che in quello dell’edizione fiorentina del «Corriere della Sera».

Nessun commento:

Posta un commento