lunedì 20 agosto 2012

Andrea Mariotti su F. Campegiani: lettura di "Alla volta di Lèucade", di N. Pardini

Andrea Mariotti

La presenza assidua e preziosa di Franco Campegiani nel mio blog, fa sì che non mi sia stupito più di tanto nel cogliere, nella sua recensione, quello che chiamerei un plus-valore di senso, in chiave umanistica. Franco è in effetti capace di abbracciare come pochi, con calore e intelligenza, le ragioni di una poetica, letteraria o figurativa che sia. Ma, per venire ai versi di Nazario Pardini, ecco che dobbiamo essere grati a Franco per la sua riflessione storico-filosofica, in virtù della quale possiamo comprendere meglio, più profondamente, le premesse di un discorso poetico, quello di Pardini, che appare di grande limpidezza, con endecasillabi "a pieni polmoni", per così dire. Sulle difficoltà del tempo che ci troviamo a vivere, nulla da aggiungere a quanto ha scritto con acutezza Ninnj Di Stefano Busà; e proprio in conseguenza di ciò, risulta essenziale, a mio avviso, la percezione critica di Franco Campegiani a proposito della poesia di Nazario Pardini; una poesia tutt'altro che passatista; di contro problematica (all'interno della quale il processo di saturazione melodica del verso non deve trarci in inganno; giacché un poeta autentico canta, nonostante tutto).

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