lunedì 10 settembre 2012

Poesie di Domenico Defelice



LA LUCE E IL SERPE


Solo tu potevi aver pensieri
della mia lontananza, ridarmi
quell'amore che ho perduto,
rendere meno acerbo nel mio cuore
il ricordo del Sud.
Dove sei, luce dell'alba ?
Mi lasciasti il fruscio delle tue vesti,
il tuo sorriso, un parlare
sommesso nell'incerto chiarore del mattino.
Forse tu ti sciogliesti a poco a poco
sopra i sassi che si aprono alla luna
ed io non ero lì, non ti raccolsi
nelle mie braccia, o vinta dal furore...
Solo tu potevi darmi il bacio
della speranza, dirmi
che non ero ancora morto
per la tua gente, prepararmi
la strada del ritorno a quella terra
che già s'è fatta mito nella memoria.
Oh, il tuo attendermi muto sulla soglia
tra vasi di gerani e un gelsomino
pensile che incorniciava la tua chioma bruna !
Ricordi ? E poi si andava lungo le querce
ricamando sogni nei nostri cuori giovanili :
l'affetto per il bosco era un pretesto
al nostro amore di solitudine ;
la tua dolcezza mite
rendeva miti anche i miei furori...
Ed ora più non sei !
Ora tu dormi in una tomba d'erbe
dove placido è il fiume, alle cui rive
bevono i cavalli
ombre riflesse di canneti.
E l’erbaiolo ti schiude l'orizzonte
ogni stagione ; la falce al sole
descrive sul tuo capo linee, archi,
bagliori che nel cavo dei tuoi occhi
son danze di galassie.
Brucia la piana nel meriggio estivo.
Sotto gli ulivi dal sole inceneriti
dormono uomini dalla crosta d'alberi.
Indugia la cavalletta negli amori
aggrappata alla felce. A tratti
qualche volo ripido d'uccello,
o una voce lontana, quasi un tonfo
nel cuore del silenzio. Danze di fuochi
il tutta la campagna. Sui sassi
e fra i dirupi, il serpe tende insidie
al ramarro, fischia, apre le spire,
schiocca al sole come uno scudiscio.
Ma dove tu riposi
una fresca natura si dispiega.
Il fiume ha creato geometrie di specchi,
s'è infiltrato nelle tue narici,
ti canta in gola come una cascata.
Piccina mia, il freddo ch'hai nell'ossa
mi ricorda antichi miei tremori,
batter di denti dentro l'acqua
cupa del fosso, il macero del lino,
giorni d'incubi, eterni, sotto l'occhio
bieco d'un serpe ispido...
un serpe !... E un serpe fu chi ti distrusse
sulle rive di un fiume
dove tutto è silenzio ed erba alta,
dov'io non posso giungere a involarti
dalle viscere buie della terra,
metterti per sempre nel mio cuore,
santa reliquia.


Domenico Defelice




IL TUO PRINCIPIO ASTRALE


Settembre ti ghermì con le sue piogge
ed un languore mortale. Ormai
dell’estate non ti resta
che un volo di gru. Tu mi giungi
assai cara in questo tempo
dalle nubi sempre più fitte,
quasi più dolce mi ti fai;
abbandoni il tuo principio astrale
che ti distacca dagli umani,
ti dipani anche tu
in quest’ansia che infonde la natura.
Ora il sogno di ieri non ti basta.
Hai bisogno d’una carezza amica
che ti commuova, di parole
a luce di candele, di sguardi
che riportino a te stessa
mondi a lungo sommersi...
Ecco, tu piangi! Tenerezza di foglie
s’è disciolta nel tuo cuore indurito:
oggi tu vivi! Ed io
ritorno al primo tuo apparire
vergine d’atti e di pensieri,
aspiro il tuo profumo d’amarilli...
O cara, cara! S’io m’abbandono
al flusso dei ricordi
questa teoria d’anni e di pene
evapora d’incanto
nel muschio settembrino dei tuoi occhi.


Domenico Defelice




MURATORI DEL SUD


Da una lontananza astrale
vi ho visto salire su scale di seta.
Le gru vi servivano gravi ruotando
- chierici rossi, viola, dorati -
e la nebbia era incenso
per voi sacerdoti primevi.
Da una lontananza astrale
ho visto la casa salire,
raggiungervi
sull'alto muro di travi
e le sirene fischiare
in un barbaglio di sole.
Da una lontananza astrale
una mattina di marzo
vi ho visto, fratelli del Sud,
sudare e cantare sui palchi
ai margini della metropoli.
Da una lontananza astrale
per voi, brune formiche
fra nebbie e gru verdi e gialle,
ho lungamente pregato
una mattina di marzo.


Domenico Defelice





Domenico DEFELICE è nato ad Anoia (RC) il 3 ottobre 1936, ma risiede a Pomezia, nei pressi di Roma. Collaboratore di numerose testate (tra cui: Nuova Antologia, Pietraserena, La Voce di Calabria, La Voce Pugliese, Il Corriere di Reggio, La Procellaria, Alla Bottega,La Voce del Mezzogiorno, Cronaca di Calabria, Minosse, Aspetti Letterari, La Gazzetta Ciociara, La Sonda, Luce Serafica, ecc.) e per 15 anni del quotidiano Avvenire, attualmente dirige il mensile Pomezia-Notizie, riconosciuto dalla IWA (International Writers Associacion, USA), nella votazione del 31 dicembre 1999, come “The Best News Magazine of the Year”. Tra le tante sue opere si ricordano: Con le mani in croce (1962); La mania del coltello (dramma in prosa, 1963); Un paese e una ragazza (1964); 12 mesi con la ragazza (1964); Un silenzio che grida (saggio critico, 1968); Geppo Tedeschi (saggio critico, 1969); La morte e il Sud (1971); Andare a quadri (critica d’arte, 1975); Canti d’amore dell’uomo feroce (1977); Franco Saccà poeta ecologico (saggio critico, 1980); Pittura di Eleuterio Gazzetti (critica d’arte, 1980); Sicilianità nella poesia di Ada Capuana (saggio critico, 1983); Eleuterio Gazzetti (critica letteraria e d’arte, 1984); Arturo dei colori (racconti, 1987); Saverio Scutellà (critica d’arte, Gran Premio Città di Roma, 1988); Dialoghi all’esca (prosa, 1989); To erase, please? (poemetto, 1990); L’orto del poeta (prosa, 1991); Nenie ballate e canti (1994); Meditazioni sulla morte della Prima Repubblica (prosa, 1994); Le poetesse e l’amanuense (critica letteraria, 1996); Dialettica e miti in Partita Doppia di Giulietta Livraghi Verdesca Zain (saggio critico, 1997); Temi umani e sociali in Carmine Manzi (saggio critico, 1998); Alpomo (poema satirico, 2000); Francesco Fiumara (saggio critico, 2000); Un artista del mosaico “Michele Frenna” (2001); Resurrectio (poemetto, 2004); L’arte raffinata di Giuseppe Mallai (critica d’arte, 2004); Poeti e scrittori d’oltre frontiera (critica, 2005); Pagine per autori calabresi del Novecento (critica, 2005); Rudy De Cadaval una vita per la poesia (saggio critico, 2005); Francesco Pedrina (2007); Pregiudizi e leziosaggini (due atti in prosa, 2008); Sensazioni e nebulose. La pittura emotiva di Ottavio Carboni (2009); Silvìna Òlnaro (dramma in tre atti, 2009); Diario di anni torbidi (2009). E’ stato tradotto in francese, inglese, tedesco, spagnolo, portoghese, rumeno, coreano, cinese e russo e inserito in prestigiose antologie, tra le quali Azimut (della Bietti), Urania (de La Prora), World Poetry (del coreano Kim Young Sam), L’Altro Novecento (di Vittoriano Esposito), Calabria Italia Prima (di Paolo Borruto), La poesia del Terzo Millennio (di Santino Spartà e Lucio Zaniboni). Nel 2006, l’IPTRC (The International Poetry Translation and Research Centre/The Journal of World Poets Quarterly – Multilingual – Cina) lo propone per il Premio Nobel. Nel 1983, Orazio Tanelli, della Rutgers University, N. J., U.S.A. gli dedica il volume di 160 pagine: Domenico Defelice. Nel 2006 è la volta dello scrittore Sandro Allegrini, con il volume (158 pagine): Percorsi di lettura per Domenico Defelice. Nel 2009, Leonardo Selvaggi pubblica Domenico Defelice e le sue opere etico-sociali. Infine, nel maggio 2009, presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Eva Barzaghi si laurea in Letteratura Italiana Moderna e Contemporanea con la tesi: Domenico Defelice: introspettivo coinvolgimento poetico-letterario dell’animo umano, edita nello stesso anno.

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