mercoledì 12 settembre 2012

Poesie di Flavio Vacchetta


LA mia poesia
è ARTIGIANALE con spiccata tendenza alla naturalezza
e infarcita da superiorità tipicamente notturna....



m'avvinghio come edera
ai tuoi aromatici capezzoli
mi calo, con dolcezza
nel tuo nido-pozzo
come un pazzo
scompaio per un'infanzia
per poi riapparire
come un cane, ho un nome
mi chiamo
“com'è calma la luna”


lo sapete che
dove c'è il dolore
lì c'è un vero cuore
lo sapete?

Oggi mi chiamo silenzio
di sopranome faccio rumore
rantolo e sulla verità
ci rotolo
dove sei chiasso?


Di dolore il dolore
m'intreccio la vita
un nome
un colore...
il carnevale è la mia croce


abbiamo tra le mani
una meraviglia:
la vita
e di supporto
un destino


ricordo d'avere visto
morire un sorriso
non ne cercherò altri


il mio canto dalla terra:
la mia età
e, se colorata
porterà frutto


la paura?
NULLA SAPERE
se non di morte
e..lei
antica bonaccia
occhieggia..
seppelliamola
tra dita di una carezza?

La speranza di un dolore
insospettisce il nostro cuore


sono pronto a morire
mi diceva il mio amico nino carena
di ora in ora


MARIA MAMMA MIA

gentile il tuo volto, maria
mi basta immaginarlo
mi piace immaginarlo
e basta
accompagnato dalla tua
tristezza dolce
maria, le mie labbra
sulle tue
è dolce sognarti
in volo...
mamma celeste, sono in bagno
e di te, sogno
guardami in faccia
allevia le mie spine
parlo e discuto con tuo figlio
nato, risorto e distorto
senza alcun torto
che ne pensi di tuo figlio?
È creatore o creativo?
Dimmi, dolce mamma
quando hai visto tuo figlio in croce
cosa hai pensato della tua saggezza?
Ecco voglio sposarmi con te, maria
anche se sei in cinta da un altro uomo
del mio signore.. il vero combustibile
dell'universo


lievitami o my god.....


dalla croce:
il padre in posizione orrizzontale
il figlio in verticale
laterale lo spirito santo
ma una sola parola:
amore


gesù
quando hai salvato l'adultera
sottraendola alla lapidazione
cosa hai pensato?
Di corteggiarla per evitare
che lo facesse tuo padre?

Tredicizeroseidodici amen





SALVATECI


se avessi fatto cadere
il mio sguardo sul tuo
ti avrei contato, ad una ad una,
tutte le ossa della schiena
a suon di baci
e non avrei avuto
il tempo per
vergognarmene


senti come la tua pelle
forgia l'aria benedetta
assaggia la vita
concediti a lei
di lei inebriati
è la cosa migliore


povera morte
è morta
morendo
sul cuscino
dopodichè
nel lutto
trovi di tutto

che iddio esista
ne ho la certezza
guardando il mare

c'è più morti nello spazio
o calcinacci?
Costruiteci voi, stelle
giornate

amo questa pioggia
non chiudo le finestre
anzi spalanco a tutto campo
obbedisco ad impulso naturale
ora c'è silenzio
ed è ciò che mi serv


se credi che la terra
sia rotonda
perchè con essa
fai quadrato?


Ormeggiano tra lenzuola
le nostre due vite
non definibile
chi tremi o
chi consoli


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