giovedì 3 gennaio 2013

P. Bassani: LA PITTRICE CATHERINE ENSOR


LA PITTRICE CATHERINE ENSOR

nel ricordo di Paolo Bassani
 
 
 
 
È stato scritto: “Nell’arte che al mortal perpetua il giorno, l’anima tua sensibile traspar”. Sì, un artista sopravvive alla propria vicenda umana attraverso le opere che lascia.  La creatività è un grande dono che innalza l’uomo sugli altri esseri viventi e lo avvicina al Primo Eccelso Creatore. Ebbene, vorrei ricordare uno di questi artisti che ho avuto la fortuna di incontrare e conoscere: la pittrice inglese Catherine Ensor (1914-2003), che ha vissuto 26 anni a Caprigliola, il paese cui mi legano profondi motivi affettivi. La vocazione artistica era sicuramente una componente importante del dna della Ensor, che ha affinato attraverso lo studio in importanti scuole e collages inglesi, completatosi con la specializzazione in storia dell’arte presso l’Università di Londra; un impegno che ha portato Catherine Ensor ad operare direttamente nel mondo del lavoro come insegnante di educazione artistica nelle scuole medie, come assistente  tecnica di pianificazione nella Contea di Londra e, via via, in altri importanti incarichi. Dal 1950 al 1960 espose i suoi primi lavori, soprattutto litografie, in numerose mostre collettive londinesi. Quando nel 1962 lascia il suo ultimo impiego presso la British Petroleum Company, nella sede londinese dell’azienda venne allestita per l’occasione una sua “personale”. In quello stesso anno la pittrice lasciò l’Inghilterra per trasferirsi in Grecia (1962-63) ove si impegnò in una intensa attività artistica . Al suo rientro a Londra presentò in una mostra al Leighton Gallery di Kensington le opere pittoriche realizzate nel biennio, riscuotendo lusinghieri consensi di pubblico e di critica. Peraltro, in occasione di altre mostre, alla sua arte dedicarono autorevoli recensioni prestigiosi giornali come “The Times”. Nel 1963 venne in visita in Italia, soggiornando nei luoghi artistici più noti, da Venezia a Firenze e Roma. Nel 1964 si trasferì stabilmente a Manarola, nelle Cinque Terre, ove tenne per cinque anni un corso estivo di pittura. Nel  1970, transitando a valle, sulla strada della Cisa, vede per la prima volta Caprigliola in Lunigiana. Ne rimane affascinata e scriverà: “Mi ricordo tanto bene la prima volta che ho visto il paese di Caprigliola, dalla strada di sotto. Come mi è piaciuta, allora e sempre! E, per di più, sono stata subito impressionata dalla bontà e dalla gentilezza degli abitanti. I 26 anni che ci ho vissuto sono forse gli anni più belli della mia vita” A Caprigliola trovò il suo habitat ideale, la fonte di ispirazione della sua arte. Molti caprigliolesi hanno in casa almeno un suo quadro. Io stesso  possiedo una splendida opera: la suggestiva visione di Caprigliola ripresa dalla valle dei mulini; una visione dipinta in primavera, quando il bosco si fa tenero di verde e l’erica fiorita esala verso il monte il suo profumo delicato; quando allo scroscio delle acque del ruscello si unisce il canto dei passeri, dei merli, dei fringuelli e, più tardi, nel folto dei castagni, il monotono e misterioso canto del cuculo. Nella realtà della natura e del paesaggio caprigliolese, Catherine Ensor trovò sempre nuova ispirazione. Di questi scenari, per lei più ricchi di bellezze di qualsiasi astratta fantasia, seppe fissare sulla tela emozioni e suggestioni con un sapiente dosaggio della luce e dei colori, cogliendo non solo i tratti più noti del paesaggio, ma addentrandosi nei luoghi più reconditi: un lembo di bosco che si apre alla primavera, una forra ove il gorgoglio di acque limpide richiama tempi lontani, un anfratto odoroso d’erbe e d’umida terra.
In me rivive fresco il ricordo del 24 aprile 1996, quando tutto il Paese partecipò alla manifestazione indetta  in onore di Catherine Ensor dal Comune di Aulla, dalla Parrocchia di Caprigliola, dal Coro San Nicolò, dall’Associazione “Il Bilancione”, dalla Filarmonica Caprigliolese; manifestazione che trovò splendida attuazione nell’ indimenticabile concerto a lei dedicato nella seicentesca Chiesa di San Nicolò.

 

ALCUNI DIPINTI

 






 


 


 

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