venerdì 8 marzo 2013

SUL LAGO DI PUCCINI




GIACOMO PUCCINI AI TEMPI DELLA TURANDOT
Turandot, dramma lirico in tre atti

di

Giacomo Puccini

Sintesi


 A Pechino la Principessa Turandot ha giurato di sposare solo colui che saprà risolvere tre enigmi. Chi sbaglia verrà condannato a morte. Per vendicare le brutalità commesse su una sua antenata ha giurato che non apparterrà mai a nessuno. La folla sta assistendo alla decapitazione del Principe di Persia. E un vecchio cieco, accompagnato dalla schiava Liù, viene travolto. In suo soccorso interviene Calaf, principe in esilio che tutti credono morto, e riconosce in lui il proprio padre, Timur. Calaf si innamora subito di Turandot e decide di affrontare la prova. Timur, Liù e i tre ministri dell'Imperatore, Ping, Pong e Pang, cercano, inutilmente, di dissuaderlo: ma Calaf accetta la sfida e riesce a risolvere i tre enigmi. La Principessa tenta di tutto per non essere data in sposa allo straniero. Allora è Calaf a proporre un enigma: se Turandot, prima dell’alba, scoprirà il suo nome, lui morirà; altrimenti sarà suo sposo.  Turandot cerca di scoprirlo da Liù, che è innamorata di Calaf, ma pur di non rivelarlo si uccide. Nel cuore di Turandot si è insinuato un sentimento d'amore per lo straniero, soprattutto dopo il sacrificio di Liù e quando Calaf le rivela il suo nome, Turandot annuncia al padre che lo straniero si chiama "Amore". La folla gioisce ed acclama.


TORRE DEL LAGO: IL LAGO DEL MAESTRO 


Sul lago di Massaciuccoli
     (A Torre del Lago)
Là dove un piccolo lago spartisce
le terre di bonifica dal mare,
là dove un piccolo lago schiamazza
con i becchi di folaghe e germani,
là dove il piccolo lago diffonde
romanze di Bohème,
di Butterfly, di Tosca e Turandot,
là c’è il mio cuore. E là sempre ritorno
per allargare gli occhi alle Apuane
che chiusero gli sguardi di Puccini.
Fammi sognare terra di armonie,
fai ventilare i suoni che portarono
la mia mente lontano, e la mia anima
sulle tue onde stanche. Ed ecco un coro,
un coro muto battuto dai remi
in cerca di un amore sfortunato
che mi trascina alle tue arie, maestro.
E m’inebrio di note,
a rivivere mansarde e navi bianche,
dolci baci a rivivere e carezze
languide ed immortali.
Qui volano dai colli alla marina
per sublimare gli animi
fino a bucare il cielo
oltre la terra, oltre gli spazi umani;
per trasferirli in ambiti divini,
azzardo di confini.
01/01/2010  h. 23

Nazario Pardini

TORRE DEL LAGO: IL LAGO DEL MAESTRO


TORRE DEL LAGO: IL LAGO DEL MAESTRO

1 commento:

  1. Perché mai si amano certi luoghi, tanto che, perfino a rivederli in fotografia, si alimenta un mancamento emotivo, un tuffo al cuore? Le evocazioni, i ricordi, i sogni , è certo, rendono più significante la vita, il silenzio raccontato attraverso i luoghi fascinosi ti costruisce intorno un porto sicuro di cui fidarsi. Alcuni luoghi, in tempi ed ore diverse, svolgono nel nostro vissuto questa importante funzione. Sono i nostri luoghi del silenzio: sospesi, di attesa, in cui aspettiamo che succeda qualcosa … qualunque cosa.
    Perché si amano persone, luoghi, case, atmosfere, paesaggi…è davvero cosa molto difficile, complessa a spiegarsi, forse addirittura non del tutto spiegabile, razionalizzabile in modo lineare e comprensibile . Ci sono tante zone in penombra dentro di noi che difficilmente riescono a sfidare la luce. E tanti tipi d’amore, che affondano nella nostra storia e nel nostro vissuto, vari, spesso contraddittori, ambigui, ma non per questo meno validi…. Ogni luogo ha un carattere, una personalità. Ti può affascinare o respingere. Ma muta giorno per giorno e non è mai quello di prima.
    Come mi riesce facile condividere queste armoniose, incantate atmosfere di lago!
    Luoghi di sogno, terre di armonie, di amori lontani ma non dimenticati, note “che bucano il cielo”, “azzardo di confini”. Detto magnificamente. Così come il grande Morselli, che scriveva guardando il mio piccolo lago :“…lo sguardo dal poggio si fa più volentieri a mirare la sottoposta conca del lago, che è di breve giro ma vario di ombre e di riflessi, i colli che vi si affacciano, e un lento ondular di campagne sino al limite incerto della grande pianura…Una radura erbosa corona il poggio, limitata per gran parte dal bosco, e a levante dalla dimora….”
    “L’acqua è la sapienza, la moralità della nostra terra..”
    Maria Grazia Ferraris

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