martedì 18 febbraio 2014

MARIA GRAZIA FERRARIS SU "LETTURA DI TESTI DI AUTORI CONTEMPORANEI", DI N. PARDINI



Nazario Pardini: LETTURA DI TESTI  DI AUTORI CONTEMPORANEI.1990-2013
 The Writer Edizioni. Milano. 2014. Pp. 776


Maria Grazia Ferraris

Ho letto con calma, senza fretta, come si conviene all’ampia e varia antologia presentata, le pagine critiche di Nazario Pardini.
Una bella edizione, elegantissima e colta, e un grande viaggio in terra di Leucade, la terra della poesia, da parte di un lettore d’eccezione, che è poeta e  critico sapiente, un  poeta che sa cogliere, con l’humanitas che lo contraddistingue, anche nella tragicità del vivere quotidiano, la leggerezza dell’altrove, il sostegno della storia, del pensiero e del mito, in un volo che è in grado di approdare nell’isola della poesia, insieme agli autori di cui si occupa: un itinerario prezioso con contributi, prefazioni, recensioni, note critiche, dentro la poesia e la vita letteraria autentica.
Molti sono gli scrittori che hanno avuto da Nazario Pardini l’onore di una prefazione alle proprie opere o di commento autorevole e molti anche coloro che si sono cimentati  sulla sua produzione letteraria, quella di un poeta dallo stile vibrante e lucido, con una metrica elegante e musicale che regala sentimenti, equilibrio ed armonia, pur nell’amara melanconia delle  cose passate. 
La mente e la sensibilità di Pardini sono aperte, disponibili, ricche di cultura e di empatia.
Empatia e generosità. Per questo sa regalare al lettore momenti privilegiati di riconoscimento personale, stabilendo un dialogo continuo con autori e situazioni le più varie. L’emozione quindi, unita al sentimento, mai disconosciuto, la parola come il  filo d’Arianna, sanno  prendere il loro giusto eppur sempre sfuggente posto.
L’Autore sa calarsi nel testo con  fiducia e curiosità intellettuale, amplia via via  il suo orizzonte d’attesa  ed apre un colloquio di consonanze, richiami, affettività, volto a cogliere la bellezza del testo, oltre che lo stile e la comunicazione.
La sua lunga esperienza poetica ed artistica gli permette di entrare leggero nella lettura del suo interlocutore, nel suo mondo, ritrovare le coordinate culturali di riferimento che possono sfuggire a un lettore ingenuo o meno avvertito.
L’atto critico non è operazione facile, semplice, di un lettore intuitivo eppur benevolo, né solo dotta operazione concettuale, ma si sprofonda  nella memoria, disvelatrice: non è solo ricordo guidato da Mnemosine, ma anello di congiunzione, che  nel mezzo dell’espressione si accende e ci conduce commossi fino alla consonanza epifanica finale. Ed il testo allora rivive, due volte: per sé e grazie alla operazione di guida e di lettura interpretativa che lo sorregge, lo svela.
Un augurio forte per questo lavoro vigile, questa faticata e rigorosa critica letteraria, perché possa a lungo far parlare di sé e del suo generoso Autore.

                                                              Maria Grazia Ferraris




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