martedì 18 novembre 2014

MARIA RIZZI: "NIENTE FINISCE MAI" DI FRANCO DE LUCA



Maria Rizzi collaboratrice di Lèucade

Il romanzo di Franco De Luca 
"Niente finisce mai" 
è una


novità letteraria in molti sensi. Innanzitutto l'Autore lascia che si srotolino tre storie legate da un filo conduttore. I protagonisti sono presenti in tutti e tre i racconti, ma ogni vicenda è tesa ad approfondire un personaggio... Si parte con il sofferto rapporto d'amore tra Luca e Cira, che non decolla, a causa delle sottrazioni che caratterizzano il passato di lei e che, giustamente, restano oscure a noi lettori. I romanzi, a mio umile avviso non devono raccontare tutto. Il non detto spesso, diviene l'aspetto più intrigante, profondo e importante di un testo. Nella lettura del primo lungo brano mi ha colpito molto l'anima di cristallo di Luca. Matematico, dalla sensibilità spiccata, si muove in contesti che mi piace definire 'musicali'... la matematica e la musica sono affini, no? ... come il porto di Portici, il Granatello, che all'alba è poetico, misterioso e, al tempo stesso arricchito dalle voci dei pescatori, che per alleviare la fatica del lavoro comunicano con megafoni. Franco lascia che i loro dialoghi restino in dialetto e credo che nessuna traduzione avrebbe reso il giusto omaggio alla situazione. Il protagonista nell'avvicinarsi in punta di piedi a Cira, dalla ruga sulla fronte, che si distende raramente, mantiene intatto un senso del pudore che incanta. Per non turbare la giovane donna dal passato sconosciuto si limita a parlarle fino alla fine del fiato e a baciarla. Eppure il loro non può definirsi rapporto acerbo. E' un caleidoscopio di sensazioni, di paure, dfratture, di attrazione e di disillusione... L'autore considera questa storia introduttiva la più 'leggera' , ma in realtà introduce nella grandezza del suo mondo di uomo giovane e vissuto... Il secondo racconto, infatti, intitolato "Occhibelli", vede come protagonista Luciano Rigillo e coinvolge in un'atmosfera ricca di infinite sfumature... Non è mio compito raccontare i fatti, ma vorrei sottolineare la capacità dell'Autore di caratterizzare ogni personaggio fino a renderlo vivo e di continuare a viaggiare sul filo del pudore, della lealtà, dell'amore, inteso in un'accezione che porta indietro nel tempo... alle commedie di Eduardo. 
Napoli è una delle grandi protagoniste del libro di Franco. La si può abitare. Si può ascoltare il vociare di Forcella e l'odore di salmastro del lungomare. Il terzo brano, "Felice", si potrebbe dire che era inevitabile. 
Riflessivo, intenso, struggente, conferma la dicotomia tra l'età anagrafica e quella di scrittore del nostro Franco. Sembra che la sua anima abbia abitato molte vite e ne sia uscita innocente e dotata di raro nerbo narrativo. Un romanzo "Niente finisce mai" che arricchisce e invita a tornare sulla riva della fonte dall'acqua pura. Non è mai troppo tardi per 'nascere nuovi al giorno nuovo' - 

Maria Rizzi 

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