domenica 18 gennaio 2015

BEATRICE FIASCHI: "L'ARTE E' COMUNICAZIONE"

L’arte è comunicazione. Il Bandolo spiega come comunicare la Cultura
gennaio 15, 2015 - mediaNews

Martedì 12 gennaio, presso la Sala degli Specchi sita nel palazzo del Municipio a Frascati (RM), si è tenuta un’importante conferenza dal titolo “Nuovi Orizzonti culturali: oltre il post-moderno”, a cura di Franco Campegiani (poeta e saggista), Claudio Fiorentini (poeta, pittore e narratore), Maria Rizzi (scrittrice e animatrice IPLAC) e Angelo Sagnelli (Direttore Sezione letteraria “Festivalart” di Spoleto e promotore artisti presso il Caffè Greco a Roma).
Questa comunità di artisti ha avuto modo così di discutere sulla cultura, prendendo spunto dal suo Manifesto che ruota attorno a un obiettivo condiviso: contrastare la dispersione dei talenti artistici, creare aggregazione, rifiutare il marasma generale che oggi caratterizza il mondo dell’arte in tutti i suoi ambiti, con la conseguenza di far prevalere su tutto il resto solo la commercializzazione delle opere, prostituendo l’artista a una carriera che nella migliore delle ipotesi si consuma in fretta senza viverla mai fino in fondo.
I sostenitori di questo movimento culturale hanno dimostrato la sensibilità di accorgersi che al giorno d’oggi le carriere artistiche di valore sono sempre meno e di sempre minore intensità, e questo fenomeno è secondo loro da attribuirsi a diversi fattori. Innanzitutto la crisi economica e di valori sta facendo sì che gli spazi espositivi, i libri, i saggi, le composizioni musicali, e qualsiasi altra forma artistica siano alla mercé di produttori poco attenti al loro valore effettivo, ma molto ben accorti al rientro economico che l’esperienza possa portare: ecco quindi che per mostrare i propri quadri si paga a caro prezzo uno spazio espositivo, per pubblicare un romanzo pure si paga e per emergere spesso passa l’idea che convenga vendersi (e svendersi) piuttosto che cercare altre vie, magari più lunghe e tortuose ma anche più coerenti e soddisfacenti. Col risultato di un vertiginoso scadere della qualità delle opere.
Altro motivo per cui è sempre più difficile trovare spazio per un artista dei nostri giorni è l’assenza di comunicazione che invade sempre più la società, permeando i social-networks di tante parole inutili dietro le quali ci si rinserra sempre più spesso, come a voler sembrare identità dannate e asociali. L’intimismo è un metodo di ricerca dei propri spunti interiori ma non deve assolutamente portare alla chiusura in se stessi, lasciando l’altro fuori, poiché in questo modo l’arte non riesce a comunicare niente a nessuno, tradendo il suo intento. Durante la conferenza è stato infatti sottolineato più volte quanto sia importante per l’artista non isolarsi, ma al contrario cercare sinergie stimolanti che possano aiutare tutti a costruire insieme un percorso duraturo nel tempo e che possano creare dei valori in cui credere e in cui continuare a credere anche quando questa generazione non ci sarà più.
Le opere d’arte sono e devono continuare a essere considerate il primo fra gli strumenti di comunicazione, e per fare ciò è necessario che i prodotti culturali ricchi di valore siano aiutati a emergere da quelli mediocri che si trovano sul mercato solo perché qualcuno ha potuto pagare di più o servirsi dei giusti agganci e non perché davvero lo abbiano meritato. Sul piano pratico, dunque, occorre riunirsi, incontrarsi, organizzare eventi plurali in cui scambiarsi opinioni, informazioni, idee, spunti creativi, e laboratori reali e virtuali che siano fucine inarrestabili di nuove e condivise proposte.
Il progetto di Claudio Fiorentini e Franco Campegiani parla a tutti e lo fa col cuore, interessandosi effettivamente al senso insito in ogni parola di cultura. Ci riporta alla dimensione surrealista del Manifesto culturale, ai tempi in cui gli artisti lo erano nell’essenza e non nell’apparenza. Il Manifesto, disponibile e sottoscrivibile sul blog di Claudio Fiorentini (http://www.claudiofiorentini.it) e su quello di Nazario Pardini (http://nazariopardini.blogspot.it/), è un’iniezione di fiducia perché ognuno possa seguire la sua vocazione comunicativa prediletta: chi sa scrivere bene deve poterlo fare, credendo che un giorno il proprio manoscritto emergerà dal mare magnum costituito da tutti i romanzi banali; chi dipinge eccellenti quadri potrà avere la sicurezza che saranno ulteriormente valorizzati in un contesto adeguato e aperto alle sinergie.

Poiché “Dove l’arte si aggrega, c’è un messaggio di pace”.
Articolo scritto da: Beatrice Fiaschi

Giornalista Pubblicista e Scrittrice. Responsabile di www.inthematrix.it, si occupa da anni di articoli sul tema lavoro per riviste di settore. Ama esprimere i propri pensieri, gli animali e i film coi supereroi.


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