lunedì 26 gennaio 2015

U. CERIO SU "E CI SONO ANGELI" DI MARIA LUISA DANIELE TOFFANIN


Umberto Cerio collaboratore diLèucade


Maria Luisa Daniele Toffanin


“E ci son angeli”
di 
Maria Luisa Daniele Toffanin,
La Garangola, 2011


La vita. La vita è memoria. La memoria ci accompagna nel nostro viaggio, lieto o tormentato, e noi ci portiamo nell’anima, per tutto il tempo, i ricordi belli e i ricordi tristi, la continuità della vita e la discontinuità del bello e del brutto. Nel viaggio possiamo dimenticare le cose belle, ma quelle brutte restano in noi, come “pietre nere” , a segnare ciò che non dobbiamo dimenticare. Così restano in noi Dachau, Buchenwald, Auschwitz ( mi fermo qui per carità di patria): memorie indelebili da tramandare ai giovani, perché non si interrompa il filo rosso dei ricordi. La follia dello sterminio nazista degli ebrei,  è stato un delitto contro l’intera umanità, perché “Da quell’inferno aperto da una scritta/bianca: “Il lavoro vi renderà liberi”/uscì continuo il fumo/di migliaia di donne, spinte fuori/all’alba dai canili contro il muro/del tiro a segno o soffocato urlando/misericordia all’acqua con la bocca/di scheletro sotto le docce a gas”. Così cantava Quasimodo, ne “IL FALSO E VERO VERDE” il disastro umano dell’ultima guerra mondiale. Ma altrettanta autentica denuncia delle atrocità incalcolabili sono le voci della Toffanin, della Pickova, della Synkova e di Friedmann. Ed “Urgono angeli/con ali di preghiera/ché l’acqua del tempo/non dilavi le memorie”. E noi non possiamo, non dobbiamo dimenticare.

Umberto Cerio




Poesie tratte da “E ci son angeli” di Maria Luisa Daniele Toffanin, La Garangola, 2011

E bambini di Anna

Ci sono bambini-farfalle
nel volo bruciate
dal gas della follia
vivide le ali ancora
nel tuo diario, Anna
innocente canto di speranza
– nell’afrore di morte intorno –
di fede nella vita. Tradita.
           Eternata nel tempo.

Ci sono bambini già nati
in diverse acerbe età
abortiti dal maligno
oltre ogni umana misura.


 I bambini di Terezin
vivono nei colori accesi dei disegni
in parole-sorgive di poesia
vivono d’amore disperato per la vita.

A Terezin
in punta di morte
brilla un’angelica stella
nel buio bambino.


    VEDRAI CHE È BELLO VIVERE

    Chi s’aggrappa al nido
    non sa che cos’è il mondo,
    non sa quello che tutti gli uccelli sanno
    e non sa perché voglia cantare
    il creato e la sua bellezza.

    Quando all’alba il raggio del sole…
    illumina la terra
    e l’erba scintilla di perle dorate,
    quando l’aurora scompare
    e i merli fischiano tra le siepi,
    allora capisco come è bello vivere.

 Anonimo


LA PAURA

Di nuovo l’orrore ha colpito il ghetto
un male crudele che ne scaccia ogni altro.
La morte, demone folle, brandisce una gelida falce
che decapita intorno le sue vittime.
I cuori dei padri battono oggi di paura
e le madri nascondono il viso nel grembo.
La vipera del tifo strangola i bambini
e preleva le sue decime dal branco.
Oggi il mio sangue pulsa ancora,
ma i miei compagni mi muoiono accanto.
Piuttosto di vederli morire
vorrei io stessa trovare la morte.
Ma no, mio Dio, noi vogliamo vivere!
Non vogliamo vuoti nelle nostre file.
Il mondo è nostro e noi lo vogliamo migliore.
Vogliamo fare qualcosa. È vietato morire!

Eva Picková


VORREI ANDARE SOLA

Vorrei andare sola
dove c’è un’altra gente migliore,
in qualche posto sconosciuto
dove nessuno più uccide.
Ma forse ci andremo in tanti
Verso questo sogno,
in mille forse…
e perché non subito?

Elena Synková



LA FARFALLA

L’ultima, proprio l’ultima,
di un giallo così intenso, così
assolutamente giallo,
come una lacrima di sole quando cade
sopra una roccia bianca
così gialla, così gialla!
l’ultima,
volava in alto leggera,
aleggiava sicura
per baciare il suo ultimo mondo.
Tra qualche giorno
sarà la mia settima settimana
di ghetto:
i miei mi hanno ritrovato qui
e qui mi chiamano i fiori di ruta
e il bianco candeliere di castagno
nel cortile.
Ma qui non ho rivisto nessuna farfalla.
Quella dell’altra volta fu l’ultima:
le farfalle non vivono nel ghetto.

Pavel Friedmann


Da “Poesie e disegni dei bambini di Terezin 1942-1944”,
Lerici Editori, Roma, 1963

Urgono Angeli
con ali in preghiera
ché l’acqua del tempo
non dilavi la memoria.

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