sabato 14 febbraio 2015

M. GRAZIA FERRARIS PROPONE UNA POESIA DI ANA BLANDIANA


Maria Grazia Ferraris collaboratrice di Lèucade



La poesia, dal titolo "Dovremmo" è pubblicata in "Il tallone vulnerabile", 1966) 


ANA BLANDIANA, è nata a Timişoara nel 1942 È stata curatrice di settimanali studenteschi ma rimane attiva sul fronte della poesia pubblicando in rapida sequenza tre volumi di poesia: “Prima persona plurale” (1965), “Il tallone Vulnerabile ” (1966), “Il Terzo Sacramento” (1969)che riceve un “Herder Prize”. 
Il suo debutto ufficiale nella poesia risale alla metà degli anni Sessanta. Nonostante il suo coinvolgimento politico continua a scrivere e pubblica diversi volumi di poesia e prosa, che hanno per tema, per lo più, le donne: "Ottobre, Novembre, Dicembre" (1972), "Il sonno nel sonno" (1977), "L'occhio del grillo" (1981), "Stella da preda" (1985), "L'architettura delle onde (1990) per arrivare, infine, a "L'ultimo sole" (2000).
È una delle maggiori poetesse romene, tradotta in molte lingue. Nel 1976 fu a Parigi dal Club des Poetes ad un festival internazionale di poesia a cui parteciparono poeti provenienti da 37 paesi.
Ha studiato a Oradea laureandosi in filologia all'Università di Cluj, dove fece il suo debutto all'età di 17 anni su “Tribuna”. Dice della sua poesia:
“…ho sempre sognato un testo a più livelli, ciascuno perfettamente intelligibile, livelli autonomi e diversi, simili a quelle pareti di un monastero medioevale dipinte con scene di paesaggio in cui da determinate angolazioni si scoprono figure di santi. Poiché in poesia è importante non qualcosa che non abbiamo mai udito, quanto piuttosto qualcosa che conoscevamo da un’altra vita. La poesia non deve fornire la sensazione del conoscere, bensì quella del riconoscere…..la poesia ci apparenta col silenzio, l’essenza di moto e l’ombra, piuttosto che con lo sfavillio e il frastuono, ..perchè gli dei operano una scelta per inviare sulla terra creature spesso imbelli. Ora sono giunta a tenermi al riparo dalla protervia di capire tutto, perdendo così definitivamente ciò che non può essere capito tramite l’intelletto.…io sogno una poesia semplice, limpida e così trasparente che potrebbe insinuarsi il sospetto che nemmeno esista”…

Maria Grazia Ferraris 



“Dovremmo nascere vecchi,
già dotati d'intelletto,
capaci di scegliere la nostra sorte in terra,
quali sentieri si avviano dal crocevia d'origine
e irresponsabile sia solo il desiderio di andare avanti.
Poi, andando, ringiovanire, ringiovanire sempre più,
maturi e forti arrivare alla porta della creazione,
varcarla e nell'amore entrando adolescenti,
essere ragazzi alla nascita dei nostri figli.
Sarebbero più vecchi di noi comunque,
ci insegnerebbero a parlare, per addormentarci ci cullerebbero,
e noi scompariremmo sempre più, divenendo sempre più piccoli,
come un chicco d'uva, come un pisello, come un chicco di grano”

Ana Blandiana

3 commenti:

  1. La poesia, dal titolo "Dovremmo" è pubblicata in "Il tallone vulnerabile", 1966)
    ANA BLANDIANA, è nata a Timişoara nel 1942 È stata curatrice di settimanali studenteschi ma rimane attiva sul fronte della poesia pubblicando in rapida sequenza tre volumi di poesia: “Prima persona plurale” (1965), “Il tallone Vulnerabile ” (1966), “Il Terzo Sacramento” (1969)che riceve un “Herder Prize”.
    Il suo debutto ufficiale nella poesia risale alla metà degli anni Sessanta. Nonostante il suo coinvolgimento politico continua a scrivere e pubblica diversi volumi di poesia e prosa, che hanno per tema, per lo più, le donne: "Ottobre, Novembre, Dicembre" (1972), "Il sonno nel sonno" (1977), "L'occhio del grillo" (1981), "Stella da preda" (1985), "L'architettura delle onde (1990) per arrivare, infine, a "L'ultimo sole" (2000).
    È una delle maggiori poetesse romene, tradotta in molte lingue. Nel 1976 fu a Parigi dal Club des Poetes ad un festival internazionale di poesia a cui parteciparono poeti provenienti da 37 paesi.
    Ha studiato a Oradea laureandosi in filologia all'Università di Cluj, dove fece il suo debutto all'età di 17 anni su “Tribuna”. Dice della sua poesia:
    “…ho sempre sognato un testo a più livelli, ciascuno perfettamente intelligibile, livelli autonomi e diversi, simili a quelle pareti di un monastero medioevale dipinte con scene di paesaggio in cui da determinate angolazioni si scoprono figure di santi. Poiché in poesia è importante non qualcosa che non abbiamo mai udito, quanto piuttosto qualcosa che conoscevamo da un’altra vita. La poesia non deve fornire la sensazione del conoscere, bensì quella del riconoscere…..la poesia ci apparenta col silenzio, l’essenza di moto e l’ombra, piuttosto che con lo sfavillio e il frastuono, ..perchè gli dei operano una scelta per inviare sulla terra creature spesso imbelli. Ora sono giunta a tenermi al riparo dalla protervia di capire tutto, perdendo così definitivamente ciò che non può essere capito tramite l’intelletto.…io sogno una poesia semplice, limpida e così trasparente che potrebbe insinuarsi il sospetto che nemmeno esista”…
    M Grazia Ferraris

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  2. Complimenti per la sua sensibilità. Per averci proposto un abito che addice perfettamente ad ogni misura umana.
    Prof. Angelo Bozzi

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  3. Quando lessi per la prima volta questa delicata e umanissima poesia, mi venne da ripensare al racconto "Il curioso caso di Benjamin Button" scritto da Francis Scott Fitzgerald nel 1922 (che poi, con lo stesso titolo, è stato piuttosto recentemente ridotto in film per la regia di David Fincher). È, appunto, la storia di un uomo che nasce vecchio e percorre la vita a ritroso, vivendo situazioni paradossali e bizzarre. È probabile che la composizione poetica di Ana Blandiana si ispiri a quest’opera dello scrittore statunitense. Resta che i versi di questa poetessa suscitano intense emozioni. Quelli finali poi, almeno gli ultimi quattro, sono un forziere di indicibile e sofferta dolcezza.
    Grato a M. G. Ferraris per la proposta.
    Pasquale Balestriere

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