giovedì 7 maggio 2015

PIETRO RAINERO: "IL COLORE DELLE STELLE"


Pietro Rainero (e famiglia) collaboratore di Lèucade

                                 Il colore delle stelle

C’è un pianeta, dalle parti della stella HD282, nella costellazione di Ofiuco, lontano lontano da noi, sul quale i bimbi sono uguali, ma proprio identici, a quelli terrestri.
Hanno gli occhi neri, marroni e azzurri, i capelli biondi o castani e la pelle rosea, nera, gialla e rossa. Sono piccoli, teneri, gioiosi, mai fermi, molto simpatici insomma, proprio come quelli che conoscete voi.    Hanno nomi bellissimi ( beh…. forse ) come S321, R52, 2812 ( le lettere sono nomi e i numeri cognomi ).      Anche le stelle, nei pressi di HD282, che ha 20 pianeti, sono simili alle nostre: ci sono stelle rosse, azzurre, bianche, arancioni e gialle.  Anche là ci sono tantissime stelle rosse, piccole, non molto calde ( si fa per dire, non toccatele!) e poco luminose.
Sono numerose ma deboli ed i bimbi del pianeta che danza intorno ad HD282 , anche quelli con la vista più acuta, riescono a vederne poche, le più vicine. ( a proposito, quand’ero bambino vedevo il colore delle stelle, ora, con gli occhiali, le scorgo a malapena; voi, bimbi, le vedete colorate?).
Tante sono gialle, come il nostro Sole; scaldano da miliardi di anni i loro pianeti, con eterna pazienza. Avrebbero molte cose da raccontare, ma non sanno parlare ed i bimbi di HD282 vedono tutte quelle vicine, che sembrano a loro più numerose delle rosse, anche se non lo sono per nulla ( esattamente come qua ).
Infine ci sono quelle bianche ed azzurre, caldissime e giganti, giovani ( anche qui si fa per dire:
sono molto più vecchie del bisnonno di vostro nonno ).
I bimbi alieni ne vedono poche nel loro cielo, per un motivo molto valido: perché sono proprio poche ( come da noi, uguale ). 
Anche su HD282 le mamme e le nonne cantano, la sera, ninne nanne che iniziano con “ stellina stellina che sei la più vicina…..” e nenie analoghe.
Con una differenza, però; una bellissima differenza.
Da tempo immemorabile dopo l’imbrunire, su questo mondo così lontano, va in scena una rappresentazione incredibile: ogni sera si accende un quadro diverso, ogni sera si susseguono disegni cangianti, nuove costellazioni prendono forma per lasciare, 50 ore dopo (è questa la durata del dì da quelle parti ) spazio a nuove invenzioni.
A volte tutte le stelle del cielo sono rosse, a volte azzurre ( oppure metà rosse e metà azzurre ); mutano anche la loro posizione durante la notte, dando vita a configurazioni che si muovono:
animali che si rincorrono, ballerine danzanti, improbabili figure geometriche, caleidoscopi nel firmamento. Lo spettacolo è affascinante: i piccoli di HD282 rincorrono, con gli occhietti 
spalancati, questa meraviglia di punti scintillanti che si avvicinano e si allontanano, vanno in alto ed in basso, a sinistra e a destra. Poi le palpebre, piano piano, si chiudono pesanti e stanche ed il sonno si popola di sogni pieni di luce , felicità e vita.
Gli astronomi di questo remoto luogo si trascinavano appresso da lungo tempo il rompicapo: come potevano le stelle del loro firmamento violare in maniera così marcata le leggi conosciute?
Tutte le loro stelle sarebbero infatti sicuramente state condannate da una ipotetica ipercorte di giustizia intergalattica per palese testardaggine nel non volersi inchinare alle leggi impresse nella struttura del Creato.
Non obbedivano alle regole di N152 ( un tizio vissuto qualche secolo prima e a cui era accidentalmente una volta caduto in testa un frutto) e neppure alla più recente legge di E533 detta pomposamente “Elettrodinamica dei corpi in movimento”.

Gli scienziati non sapevano più che pesci pigliare: le due o tre teorie migliori di cui disponevano spiegavano tutto, da atomi piccolissimi a galassie lontanissime, tutto tranne il moto delle stelle a loro vicine, che continuavano bellamente ad infischiarsene delle eleganti equazioni che
descrivevano il resto dell’Universo.
Qualche attempato signore con la lunga barba, dopo una vita passata curvo sui libri e spesa a ricoprire lavagne di strani segni tracciati col gesso, aveva abbandonato, esasperato, la professione per dedicarsi 
alla cura delle piante, alla pesca d’altura ( almeno sapeva che pesci pigliare ) o era diventato idraulico. Gli astronomi continuavano a partecipare a convegni su convegni ed a cene con influenti politici locali per sollecitare la costruzione di telescopi sempre più giganteschi:
pensate che l’ultimo entrato in funzione era lungo quanto la nostra Gran Bretagna.

Aveva fornito bellissime immagini fotografiche e permesso interessanti scoperte su luoghi remotissimi da HD282, ma non aveva cavato un ragno che fosse uno da un buco che fosse uno circa  l’enigmatico spettacolo serale del cielo. 
Cosa succedeva intorno ad HD282?
Perché solo lì l’Universo era complicato, poco elegante, ritroso alle regole e così tanto bizzarro?
Gli astronomi che scrutavano e fotografavano ansiosi le immensità dello spazio attraverso i loro raffinatissimi tubi lenticolari ossedevano in verità grandi conoscenze: sapevano persino che cos’è l’entropia !! ( non spaventatevi, alla scuola materna non potete contrarla, non è contagiosa ).
Sapevano un mucchio di cose perché già da bambini si erano posti domande quali: è più breve un attimo od un secondo? Perché le mosche camminano sul soffitto a testa in giù? Che cosa è lo
spazio?  Od anche più difficili come: Che ci facciamo su HD282? Da dove veniamo? Ed infine la domanda delle domande: Perché esiste qualcosa invece di niente?

Avevano poi studiato sodo negli anni della adolescenza per rimediare alla loro ignoranza.
Sapevano tante cose … senza conoscerne una.
Vi chiedete quale?  Beh…. , c’era un bimbo di otto anni, W100, che sapeva guardare nel piccolo cannocchiale in soffitta con una disposizione d’animo particolare: con l’innocenza e l’ingenuità 
della sua giovane età era pronto a recepire la magia ed il segreto di quell’incanto.
I suoi occhi trasmettevano al cielo, attraverso le lenti, un infinito stupore, un incommensurabile amore di conoscenza, la sua mente era recettiva, la sua fantasia sconfinata.

Ed egli li vide. Sì, W100 li vide!

Erano piccoli, grandi quasi quanto lui, fragili, orgogliosi, testardi, forti, leali, dispettosi, divertenti, teneri, saggi, felici, determinati, sorridenti, comici, leggeri, birichini, puri, spensierati, lucenti, trasparenti, eterei e…… con le ali.
Già, avevano le ali.
Erano angeli.
Angeli che spingevano una grossa stella blu di qua, un piccolo astro rosso in giù, ne trainavano uno arancione a destra, ne mettevano uno bianco a sud.
Poi collocavano una vecchia e stanca stella gialla vicino a HD282 ed infine la allontanavano.
Una visione incredibile, per la quale non esistono parole adeguate per una descrizione fedele.
Dopo W100 anche gli astronomi, nei loro telescopi infiniti, li videro: chiunque accostasse l’occhio a binocoli, cannocchiali o telescopi ( addirittura bastavano occhiali per miopi ) poteva scorgerli.
Scoppiò il finimondo: tutti i quotidiani riportarono,ovviamente a caratteri cubitali, la più grande scoperta scientifica di tutti i tempi.   Fioccarono le interviste con esperti più o meno accreditati:
teologi, astrofisici, filosofi, matematici, biologi, campioni sportivi e stelle dello spettacolo ( per non parlare dei politici, cosa scontata ) dissero la loro.
Dopo qualche settimana, a conclusione di un lungo convegno, un gruppo di scienziati che si facevano chiamare Teorici delle Superstringhe ( immagino che studiassero, fra le altre cose, anche
in quanti modi si possano allacciare le scarpe ) annunciò che aveva la soluzione del mistero.
Questa, se vi interessa, è la loro spiegazione:
esiste un atomo di spazio, una dimensione minima, cioè, sotto la quale non si può andare.
Così come non possiamo spendere meno di un centesimo di euro, non si può, se si misura una distanza, ottenere meno della lunghezza di P695 ( il signore che ha fatto  la scoperta ).
E non solo succede questo.  Ci sono due metodi per misurare lo spazio.
Noi ( e pure quelli di HD282 ) usiamo sempre solo una delle due possibilità, quella estremamente più facile da applicare e non riusciamo a cogliere l’esistenza di una seconda possibilità, molto più
difficile da realizzare. Oggi gli astronomi pensano che l’universo sia vastissimo ed in espansione eppure ( se la teoria delle stringhe è corretta ) essi, con apparecchiature del tutto diverse dai telescopi ( e attualmente inesistenti ) dovrebbero essere in grado di misurare le immensità celesti in altri modi ottenendo una misura che è l’inverso di questa enorme distanza.
Pertanto è equivalente pensare che l’universo sia grandissimo, come è consuetudine, oppure piccolissimo ed in ulteriore contrazione.
Se adottiamo il “ modo facile ” di misurare le distanze, che ci è più familiare a causa delle nostre limitazioni tecnologiche, i risultati ottenuti saranno sempre maggiori della distanza di P695.
Per quanto appena detto qualche riga sopra, è del tutto equivalente pensare a stelle grandissime con piccolissimi angeli nelle vicinanze oppure ad angeli grandissimi con in mano piccolissime stelline.
Ed ecco la soluzione!   Gli angeli spostano le loro mani, le aprono, le chiudono, si avvicinano ed allontanano da HP282 ed ecco che prende forma in cielo l’affascinante spettacolo.
Il movimento delle stelle era infine stato chiarito!
Una successiva riunione di Teologi, a livello planetario, dissipò anche le ultime perplessità.
Senza ombra di dubbio alcuna, gli angeli osservati in cielo erano le anime dei piccoli che terribili mali ed un destino crudele avevano strappato dalla superficie del pianeta alieno e dall’amore dei loro genitori.  
Erano in cielo e giocavano a palla con gigantesche ed incandescenti sfere di gas, giocavano felici senza sforzo alcuno, incuranti di N152 e della sua mela, di E533 e delle severe leggi del Creato.
Ora, sulla stella HD282, le mamme che perdono un figlio non piangono più: sanno che vola in cielo ad accendere altre luci per far sorridere i bimbi che rimangono.


 Pietro Rainero














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