domenica 11 settembre 2016

SERENELLA MENICHETTI: "AGONIA DELLA LUNA"


Serenella Menichetti, collaboratrice di Lèucade


AGONIA DELLA LUNA

E' morto il guardiano del faro.
Cento coltellate nel costato.
Sventrato, giace sullo scoglio dell'isola che non c'è.
Il vento di levante scompiglia l'anima.
Piange Selene.
Cadono migliaia di gocce di luce:
pietre di ghiaccio.
Pirati bevono wisky e brindano al grande buio.
Vascelli fantasma cavalcano orride onde.
Colature di vernice nera sulla “notte stellata”
"La selva" più non si rischiara.
La perfezione del cerchio è in difetto.
E voi che l'avete stuprata possiate cadere
nelle viscere della terra.
Ch'essa divenga la vostra fossa comune.
Ad Oriente:
Fuoco!
Sugli ospedali dei bambini.
Nei vicoli.
Nei quartieri.
Sulle scuole.

Nei giorni macchiati di odio.
Nelle vesti zuppe di sangue della notte.
Impallidisce la tua luce Luna!
Noi
morti viventi sbattiamo da ogni parte.
Allorquando:
l'innocente giglio ti feconderà
di sperma candido.
Tornerai perla lucente.

Dall'utero della terra
rinascerà un uomo nuovo.
In un mondo:
non ancora accaduto.
Serenella Menichetti.

IN UN SOFFIO

Credo fermamente che
non si dovrebbe:
spegnere bianche voci.
Spezzare ali tenere.
Negare il volo.

Pure se ammutolisce il cielo.
Rabbrividisce il mare.
Se la terra ubriaca
di sangue novello
impazzisce.

No, non si dovrebbe!

Anche se qualcuno riesce,
con il telecomando, ad azzerare
l'orrore.
Anche se qualcuno in rete
riesce a candeggiare
la coscienza.
No non si dovrebbe!

Eppure quotidianamente
soprattutto, nei giardini d'oriente:
si calpestano germogli.
Si schiacciano pupe.
Si annientano virgulti.
Si negano infanzie.

Strappati i progetti dell'universo
Alla bellezza non rimane scampo.
La freschezza inaridisce.
L'infanzia è bozzolo vuoto.

In questo luogo di perdizione
La vita prima di nascere
svanisce così..... in un soffio


Serenella Menichetti




3 commenti:

  1. Grazie ancora a Nazario per la sua squisita ospitalità.
    Serenella Menichetti

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  2. Serenella cara, le tue liriche raccontano la fatica del tempo che viviamo senza la consueta levità. Trasudano rabbia e orrore. Per ciò che nessuno cerca di evitare. Per la giostra mediatica che uccide più volte, esaudendo i desideri dei voyeur:
    "Anche se qualcuno in rete
    riesce a candeggiare
    la coscienza".
    Sei tu la voce della coscienza, l'urlo di dolore autentico, che squarcia le tenebre e chiede il silenzio. Noi non siamo abituati a tacere. Viviamo di
    parole inutili e pericolose più dei proiettili.E solo se provassimo a rispettare, a inchinarci di fronte a ogni 'vita negata':"Dall'utero della terra- potrà-
    rinascerà un uomo nuovo". Grazie infinite e un abbraccio.
    Maria Rizzi

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  3. Grazie Maria della tua attenzione
    Un caro saluto.
    Serenella Menichetti.

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