mercoledì 9 novembre 2016

M. GRAZIA FERRARIS SU "INEDITI" DI LUCIANO NOTA



Maria Grazia Ferraris, 
collaboratrice di Lèucade

Tre poesie- brevi-incisive ed essenziali-  in cui sembra che tutti gli strumenti della retorica tradizionale siano stati abbandonati  volontariamente in nome di un linguaggio realistico, tutto cose, che assume nondimeno l’aspetto del simbolo ed entra nell’universale.
 È difficile trovare questa semplicità senza la mediazione di uno spirito lucido e autenticamente poetico, ellittico, allusivo ma quasi indifferente dell’effetto sul lettore. Eppure la comunicazione  è sapientemente misurata sulla figura della reticenza,  la litote e la metonimia che convivono  con il  gusto del cesello,  rifiutando ogni arzigogolo stilistico, tenuta viva, azzardata e spiazzante . In  ALITO NUOVO manda un messaggio rassicurante di speranza anche se di difficile  decifrazione: Capiterà che ci troveremo/ sul corso d'acqua appena scorso/ e riusciremo a lavare ogni parte di noi/ crudele e malevola/…di ottimismo della volontà.
In VACUITA' il tema biografico, espresso con una litote continuata e ripetuta diventa messaggio comunicativo in cui autore e lettore trovano empatica coincidenza, (In me (in voi) c'è il rosso antico del sogno) e il monologo diventa dialogo, linguaggio universale del sogno utopico.
Severo lavoro di sottrazione, materie trasfigurate (…se avessi aggiunto / colori alle macerie…) , scarnificazione, annullamento del tempo, catarsi, raffinato soliloquio, sincero intimismo tenuto severamente a bada in PIANETA.
Un corpo a corpo con la parola: l’iperbole negata diventa quotidiana melanconia(Non è vero che ho stupori/e neppure che io scriva.): personalissima complessa riflessione, asciutta e spiazzante.

Maria Grazia Ferraris


TRE POESIE INEDITE


ALITO NUOVO

Capiterà che ci troveremo
sul corso d'acqua appena scorso
e riusciremo a lavare ogni parte di noi
crudele e malevola
ma anche la più debole
e lepida sostanza.
Sarà danza di veli
e di uccelli acquatici.
Bocche socchiuse e vortici aprichi.
Una specie di alito nuovo
vuoto senza tentacoli.


VACUITA'

Ora vi dico quello che sono
quello che di me non penso.
(Quello che è in me è in voi
ed è più lieve del vapore acqueo).
Dunque: non è vero che ho gemme
e neppure un naso
e non è vero che riesco a svelare
le maschere del vuoto.
E' assolutamente falso il mio cammino
un metro del mio tragitto
non gusta aria, non graffia scarpe.
Non è vero che ho stupori
e neppure che io scriva.
Non ho mai rubato, mai amato
mai sciolto candele.
In me (in voi) c'è il rosso antico del sogno.
L'osso del flusso che perennemente tace.


PIANETA

Troppe volte penso
che se avessi aggiunto
colori alle macerie
svuotati gli amplessi
visitate le sfere in lontananza
sarei stato un incontro.

Luciano Nota



1 commento:

  1. È sempre un piacere essere ospitato in questo blog. Grazie, Nazario, e grazie a Maria Grazia Ferraris

    Luciano Nota

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