domenica 11 dicembre 2016

MAURIZIO DONTE: "SINFONIA D'INVERNO"


Maurizio Donte,
collaboratore di Lèucade

Sinfonia d'inverno
(Rivelazione d'un mistero)

Oltre l'inverno


Oltre l'inverno, nel profondo gelo
che m'attanaglia il cuore,
là dove il cielo sfuma il divenire
nel mistero, s'accende la speranza
e brilla amore. Non so se il morire
scriva davvero la parola fine
o se al di là del tempo,
e dell'inquieta danza 
delle ore, volgeranno i giorni al Vero,
all'eterno domani che ci attende,
per trasformare ogni dolore in gioia.
Ma io non vedo oltre la linea scura
dei monti a sera, dove l'orizzonte
sfuma nel vento e so che mai s'avvera
il desiderio, e dura è questa vita
e per tutti severa. Stringe il cuore
il venir di quest'ultimo pensiero:
scuro ed imperscrutabile è il futuro.
S'attende senza mai sapere nulla,
l'improvvisa chiamata 
dell'Oltremondo. Dimmi, inesorabile
crepuscolo che vieni, se al di là
del terribile istante ci sarà
l'eterno, o questa nostra vita termina
quando scende la neve
nel gelo dell'inverno.
Fu la mia vita un vento
Fu la mia vita un vento fra le canne
al fiume, un mormorio sommesso, un canto,
un tramontar fuggevole, un rimpianto
di ricordi così cari e di tanti
giorni di cui non mi rimane ormai
che la memoria. Tra le spine sento
un brivido che corre
e un pianto si alza intorno nella sera:
l'eco ritorna ancora
e come i cerchi d'onda
d'un sasso che si scaglia dentro l'acqua,
s'allarga muto, frangendo sui muri
costruiti dal silenzio indifferente.
Cambiano i miti, i tempi,
i luoghi e le persone;
e il sentimento vaga come foglia
persa nell'aria al capricciar dei venti;
si perde nell'eclisse
lenta dei sogni. Dissolvono svelti
gli anni miei, dopo che la giovinezza
ci abbandona nel lungo
svolgersi delle inquiete 
stagioni che si volgono all'autunno.
Tramonta allora qualsiasi nostra
sicurezza e davanti non si vede
altro che l'ombra della fine attesa:
l'ultimo, inevitabile destino
che tutti ci accomuna.
S'invola l'aria nel sereno
S'invola l'aria nel sereno e luci
crea ed ombre. Si muove il vento nuovo
sulle ali così fragili di neve
e brilla il ghiaccio sopra ai rami neri nell'abbraccio del gelo. Ed è l'inverno
che ferma in me il pensiero:
il battito del cuore
e la memoria... Il tempo rarefatto
della storia che vortica
là, dentro la bufera.
Vita, che passi rapida nel vento:
non fermi mai sul ciglio della strada,
trafiggi come spada
ogni momento, e mi lasci sgomento
per l'attimo che torna nella mente 
quando ormai s'è perduta
per sempre l'occasione.
Resto lì, muto, a guardare lo scorrere
di tutta quanta quella processione
di accadimenti cui non ho potuto
mai mettere la mano.
È un vortice, la vita:
in un giorno soltanto passa e muore,
cristallizzando un mare di domande.
Danza oltre il tempo.
Danza oltre il tempo della vita l'aria
e il vento e s'apre la porta d'accesso
all'infinito, l'eterno apre le braccia
al misero ramingo pellegrino,
e soffia su di lui misericordia.
Ho passato, mio Dio, ogni ragione,
ogni dolore e pianto, 
perdonami gli errori
ed i peccati, diversi al mutare
delle stagioni. Passa questa vita 
così veloce da non dar nemmeno
il tempo di capire quando cambiano
le passioni. D'amaro va riempiendo 
il nostro giorno, e la sera è sì rapida
a venire. Trascorre dentro il languido
momento che l'amor terreno dona
all'illusione...È niente:
svapora senza lasciar nella mente
null'altro che il rimpianto
l'amar che qui non serve 
che pure in vita mia, amai sì tanto.

Maurizio Donte

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