martedì 23 maggio 2017

"LA SCRITTURA" - PER PRESENTARE I LIBRI AL TEATRO ARCILIUTO






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“Come per una mission…”

Questo lavoro vuol essere un tentativo di parlare della scrittura in modo nuovo e originale, al di là delle a volte eccessive ed autoreferenziali speculazioni critico-esegetiche dell’attuale panorama letterario nazionale, ma “dentro” questa volta, non solo all’animo, ma al neuronico mistero dell’inconscio e addirittura ai polpastrelli, alle dita, alla mano dello scrittore. La mano, infatti, è la “concrezione corporea” di ciò che culturalmente chiamiamo uomo così che, come dice Giordano Bruno nella “Cabala del cavallo pegaseo”, “Tutto questo, se oculatamente guardi, si riferisce non tanto principalmente al dettato dell’ingegno, quanto a quello della mano, organo de gli organi”.
Qui, dunque, si è voluto parlare di ciò che la scrittura significa in tutte le sue sfaccettature, da quella creativa a quella a vario titolo critico-epistemologica, da quella auto-terapeutica a quella grafologica.
Nell’epoca dei mille scrittori e dei cento lettori, della lenta agonia del foglio e della penna sostituiti da schermo e mouse, dell’editoria sempre più commerciale e del futuro in e-book, del veloce touch-screen dei “nativi digitali” e dell’ultimo successo in vendita all’autogrill; valeva forse la pena tentare un primo, solidale e accattivante  esperimento di  interpretazione globale.
I quattro autori che si alternano nelle pagine di questa sorta di esame clinico dell’antica arte di trasferire i propri pensieri nei segni comunicativi che ne permettono la comprensione ai più o meno casuali fruitori, si sono posti l’obiettivo di parlarne liberamente nel linguaggio – e con la  competenza – a loro rispettivamente congeniali.
E così, con una intenzionale consequenzialità, al saggio introduttivo sulle condizioni della letteratura contemporanea italiana del poeta e critico letterario Plino Perilli, segue il racconto – e nulla più – dello scrittore Francesco Paolo Tanzj; per poi proseguire con lo studio psico-semiotico della grafologa Anna Federica Fava Del Piano – direttamente connesso con l’analisi dei tratti grafici di alcuni tra i maggiori scrittori presenti e passati del panorama letterario nazionale – per giungere infine, a mo’ di sintesi interpretativa finale – al saggio conclusivo della psicoterapeuta Silvana Madia sulla scrittura come metodo analitico di liberazione e rinascita.
Ma forse la vera originalità di queste pagine consiste proprio nella presenza di alcuni dei maggiori scrittori italiani – parte dei quali contemporanei, altri non più viventi – le cui calligrafie sono state analizzate nei loro particolari tratti grafici per ri-scoprirne il carattere e la personalità provenienti dal profondo del loro più autentico sentire.
E così dal giovanissimo Paolo Piccirillo – definito recentemente  ‘uno dei migliori scrittori italiani under 30’ – ai già noti e collaudati Chiara Gamberale, Emanuele Trevi e Maurizio de Giovanni, fino al ben più maturo Elio Pecora – da annoverare certamente tra i maggiori poeti dell’attuale panorama nazionale -, tutti hanno accolto entusiasticamente la proposta di vedere analizzate le proprie scritture.
E che dire dei non viventi – ma ben presenti e vivissimi nel loro ruolo primario e insostituibile della grande letteratura contemporanea – che pur partecipano con i loro scritti manuali a questo unico, finora, esperimento grafico-analitico?
Dall’indimenticabile Raffaele Viviani al misterioso Carlo Emilio Gadda, dall’ineffabile Francesco Jovine al sofferto Sandro Penna, fino a Pier Paolo Pasolini, vate indiscusso dell’ultimo novecento.
Così i quattro autori del presente volume li anticipano, li accompagnano, li rappresentano con i loro interventi  - dall’esegesi critica alla narrazione creativa, dalla grafologia scientifica all’indagine sistemico-relazionale - amicalmente tesi a condividere il mistero della parola e del gesto che la descrive.
Per un uni-verso letterario - passato, presente e futuro – ancora tutto da scoprire.


                                                                            
La vita o si vive o si scrive.
        Io non l'ho mai vissuta se non scrivendola
                                                                                                  Luigi Pirandello – Il fu Mattia Pascal



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