sabato 3 giugno 2017

ALBERTO CHIAVONI: "LA STORIA DI UN RAGAZZO"

Alberto Chiavoni, ha 29 anni, suona le percussioni, è laureato in scienze religiose, ha scritto un libro, da un anno e mezzo lavora nella sua edicola, in via Andrea Millevoi, sull’Ardeatina, vorrebbe aprirne altre. Tutto questo lo dice dopo un po’. La prima cosa che vuole far sapere è questa: «Sono autistico. Sindrome di Asperger, basso funzionamento». Poi dice il suo nome e racconta il resto, cercando le parole con gli occhi. «Resisto a fare il giornalaio, anche se è sempre più difficile, perché l’edicola ti obbliga ad avere relazioni con il prossimo, ad uscire dal guscio. Le persone per gli autistici sono un antibiotico, curano. Con altri quattro giovani colleghi abbiamo fondato un’associazione per aiutare le edicole in crisi a risollevarsi. Io ho un sogno: affidarle a ragazzi autistici. Per me l’autismo non è uno spreco. È una risorsa, un dono di Dio per chi crede. Una grande sofferenza, certo, ma che si può trasformare. Io ci ho provato e adesso non è più un fantasma ma una coperta da abbracciare. È un fratello con cui faccio un viaggio, non un nemico. A due anni stavo seduto a dondolare, i miei genitori soffrivano e io mi sentivo in colpa. Anche adesso dondolo, mi agito, ho le mie crisi, ma in qualche modo le gestisco. So bene che dall’autismo non si guarisce. Ma questa croce ho imparato ad amarla. I genitori tendono a proteggere i figli autistici. Sbagliano: dovrebbero inserirli e non proteggerli. Tutto questo l’ho raccontato in un libro, “La storia di un ragazzo”. L’ho scritto per far capire una cosa semplice: le persone che soffrono vanno amate».

maria.lombardi@ilmessaggero.it
Venerdì 2 Giugno 2017 - Ultimo aggiornamento: 00:05

© RIPRODUZIONE RISERVATA


1 commento:

  1. Ringrazio caldamente il caro Nazario per aver sposato subito la causa di Alberto, un ragazzo che abbiamo avuto l'onore di presentare e che sta donando al prossimo la testimonianza della propria vita, fonte di speranza per tantissime altre esistenze. Ultimamente si è recato a Fondi dove ha stupito e commosso 86 persone , tra cui illustri specialisti e, soprattutto genitori di bimbi o ragazzi chiusi nella bolla dell'assenza. Lui ha vinto e vi assicuro che stargli accanto emoziona ogni volta di più. Grazie Alberto!
    Maria Rizzi

    RispondiElimina