sabato 23 settembre 2017

EMANUELE ALOISI: "UNO SCALPELLO"

Uno scalpello

Uno scalpello incide il marmo
ne estrae il suo corpo nudo
le venature della pelle
la carne anemica di un uomo
il ventre di una donna senza tempo
le pieghe di un vestito immobile.
Fa qualcos’altro
la mano che sorregge uno scalpello
fa scorrere il passato nel presente
il sangue nelle vene del futuro
un’anima nei vortici di pieghe
le lacrime di un ventre senza tempo.
Chi non comprende il senso
la sfumatura delle ombre
il brivido nell’aria delle note
non provi a levigare le parole.



2 commenti:

  1. Questo testo dimostra in modo inequivocabile quello che io predico da anni. Una poesia per esser bella - e questa lo è - non deve necessariamente emozionare. Forse sarà perché ho un cuore di pietra ma non mi sono mai commossa ai sonetti di Trilussa, alle filastrocche di Rodari ed anche a molti passi della stessa Divina Commedia tanto per fare qualche esempio. E allora bando alle liriche che trattano di migranti, di femminicidi, di madri che esalano l'ultimo respiro, che possono talvolta far versare qualche lacrima ma spesso sono molto brutte.
    Complimenti all'autore per l'originalità e la forma.

    Carla Baroni

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  2. Grazie al prof. Pardini, ritrovarmi sull'Isola è sempre un onore. E grazie a Carla Baroni per la sintesi delle sue schiette parole. Emanuele Aloisi

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