mercoledì 20 dicembre 2017

CLAUDIO FIORENTINI: "SONO QUI, CON VOI"



Claudio Fioirentini,
collaboratore di Lèucade







Sono qui, con voi,
intanto Dio, o chi per lui
rimane in panchina seguendo distrattamente il nostro gioco.
Fosse per me, gliene direi quattro
a quell’allenatore inutile
però sono in campo a compiere il mio destino
insieme a voi, giocando fino a sfinimento.
Ho anche pensato, di traverso, di chiedere la sostituzione
per sedermi in panchina e guardarvi senza correre
ma sarebbe da vigliacchi lasciare agli altri il gioco
e poi ci sono gli avversari
quei folletti maligni che giocano a tradimento
infidi divoratori di amore e serenità.
Se mi sedessi ora, se smettessi di competere, di combattere, di giocare
il male che non voglio farebbe festa
e io non posso concederglielo.
Guardo l’allenatore, così disinteressato a me
così lontano
e poi guardo gli avversari, guardo i compagni, guardo il campo, guardo...
e capisco:
il mio dovere è questo.
Inutile chiedere, inutile sperare, inutile...
giocherò la mia partita così com’è,
consumerò le mie forze, tutte
non resterà una sola goccia di sudore nel mio corpo.
Dio? No, non è questo il punto.
Io. 


Claudio Fiorentini

2 commenti:

  1. Tra il serio ed il faceto - come è solito fare - Fiorentini sussurra una verità. Si trova sul campo di gara (di battaglia?), certo che "sarebbe da vigliacchi lasciare". Ligio al dovere, sa che è inutile chiedere, invocare il divino. Tanto "Dio, o chi per lui, rimane in panchina". Menefreghismo? indifferenza? o, al contrario, amore (vero amore) divino? "Aiutati che Dio t'aiuta", recita il detto popolare, mentre un altro motto assicura: "voce di popolo, voce di Dio".
    Franco Campegiani

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  2. Coraggio, perseveranza, solidarietà nei confronti “degli altri giocatori” ma anche preghiera, si, preghiera, perché nell’affermare che Dio non si cura di lui, l’Autore ammette la Sua esistenza e, indirettamente, chiede il Suo aiuto, così come farebbe un bimbo con la mamma distratta.
    Ester Cecere

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