sabato 2 dicembre 2017

PIETRO RAINERO: "LA CALDA GOCCIA DELL'ISPETTORE CLEWS", RACCONTO

La calda cioccolata dell’ispettore Clews


Pietro Rainero,
collaboratore di Lèucade


Nel mese di Maggio 2004 il settimanale Io donna indice, in collaborazione con l’industria dolciaria Novi, la quarta edizione del premio letterario CIOCCOLATO…..PASSIONE, incaricando la scrittrice Melania Mazzucco d’inventare un racconto il cui incipit farà da guida ai lettori che vorranno provare a completarlo. Una bambina viene trovata, il sabato di Natale, in una piccola libreria, circa all’ora di chiusura. La bambina non parla, nessuno sa chi sia. Non ha con sé nulla che possa identificarla. Nelle tasche del cappotto c’e una manciata di cioccolatini. A forma di pesce, banana, nocciola, barilotto di rum, moneta, pistola.  Mia moglie, affezionata lettrice, mi ha invitato a raccogliere la sfida. A me non piacciono le storie fatte su commissione, comunque…ci ho provato!                                                
Ed ecco l’incipit di Melania Mazzucco:

“Il sabato di Natale pioveva. Né la proprietaria della libreria né il giovane commesso ricordavano con chi fosse entrata la bambina. Di sabato, spiegarono alla polizia, da noi viene tanta gente. E’ vero che questa è una piccola città e di vista ci si conosce tutti, ma il sabato arrivano anche dalla provincia e un viso sconosciuto può passare inosservato.  La piccola libreria, a conduzione familiare, non aveva telecamere né alcun sistema anti-taccheggio. Non ha paura che i ladri le rubino i libri? chiese il poliziotto alla donna. Tutti rubano i libri, disse la signora, con un sorriso- non solo i ladri. Il poliziotto non si stupì di apprendere che la libreria era sull’orlo del fallimento. In ogni caso, quel sabato la libreria era affollata. Il commesso ricordava alcune studentesse, i soliti clienti abituali che gli chiedevano consiglio per i regali di Natale, la professoressa di italiano del liceo, il generale in pensione, formidabile lettore di gialli, il corrispondente locale di un quotidiano nazionale che sognava da anni un delitto per mettersi in luce, il macellaio appassionato di romanzi rosa- ma proprio non ricordava nessuno che fosse entrato nella libreria con la bambina. Lei sì, però, l’aveva notata. La bambina aveva scartocciato qualcosa- sul momento gli era sembrata una caramella o una merendina- e aveva cominciato a sgranocchiare. Ora, è proibito mangiare in una libreria, e poi la bambina aveva le mani sporche, e il ragazzo aveva paura che macchiasse i libri. Stava per rimproverarla, quando lo avevano chiamato al computer, e poi non si era accorto di lei fino alla chiusura. La bambina era seduto sul divanetto dei lettori, si leccava avidamente le dita e sembrava aspettare qualcuno. Attorno alle labbra aveva un alone scuro- come di gelato, o di marmellata.  Dovevano chiudere. E nessuno veniva a prenderla. Allora avevano chiamato la polizia.  La bambina non parlava. Forse era straniera. O muta. Qualcuno l’aveva abbandonata nella libreria.  O lei ci si era rifugiata da sé, perché quel luogo illuminato le era parso un rifugio nell’ostilità della strada. Comunque non sapeva dire il suo nome- o non voleva farlo. Nessuno sapeva chi fosse. Non aveva con sé una cartella, uno zaino, un quaderno né un biglietto. Niente che potesse servire a identificarla o a capire perché, tutt’a un tratto, il sabato di Natale, fosse piovuta tra noi. La proprietaria della libreria le aveva frugato nelle tasche in cerca di un indizio, ma non aveva trovato niente. Proprio niente?  Bé, qualcosa c’era- ma l’indizio pareva davvero labile.  Nelle tasche del cappotto c’era una manciata di cioccolatini. A forma di pesce, banana, nocciola, barilotto di rum, moneta, pistola. No, niente involucro, nulla che potesse ricondurre alla fabbrica. Il poliziotto ne annusò uno, diffidente, e poiché il profumo era invogliante, se lo cacciò in bocca. Il cioccolato gli ricordò una sensazione di felicità e di piacere che giaceva, dimenticata, in un angolo della sua memoria.”                         
                           

La calda cioccolata dell’ispettore Clews
( UNICO INDIZIO: UNA MANCIATA DI CIOCCOLATINI )

Lo sguardo della proprietaria della libreria lo riportò alla realtà. “ La ringrazio ” le disse il poliziotto accomiatandosi “ E’ ora di chiusura. La piccola verrà con me alla centrale. Buonasera ”.
Prese per mano la piccina ed uscì.  In strada la bimba lo seguiva tranquilla, guardandolo di tanto in tanto con quegli occhi neri e vivaci. Aveva subito ricambiato la stretta di mano con fiducia assoluta, come se fosse uscita dal negozio con un vecchio e saggio nonno. Era calma, niente affatto impaurita.
Il sergente le chiese “ Hai freddo? ”. Nessuna risposta. “ Est-ce que tu es Français? ” Nulla ancora. Certo un bel mistero, pensò il poliziotto, per il suo capo, commissario Trevisan. 
O forse no, forse il tipo più adatto a cimentarsi con quel rebus sarebbe stato quel poliziotto francese, come si chiamava? Ah…già.. Clews, che di tanto in tanto collaborava col loro posto di polizia.
Dopotutto, non era forse un gran consumatore di cioccolato? E non diceva sempre che i casi polizieschi vanno affrontati con estrema fantasia? Scriveva anche favole, già, quell’ispettore di Cannes. Un ingarbugliato rompicapo che coinvolgeva il cioccolato. Perfetto! 
Su misura per Clews! Mentre camminava  il solerte sergente lanciò un'altra occhiata alla bambina: i vispi occhietti osservavano la pace che emanava dai candidi tetti, le luminarie accese nelle vie di Bordighera, l’infervorato via vai delle persone cariche di pacchi.  Nessuno avrebbe potuto, forse, formulare brutti pensieri in quella magica sera del sabato natalizio.
Quando il poliziotto e la bimba giunsero alla centrale Trevisan li stava aspettando e, guarda guarda, proprio in compagnia di un Clews  intento a rimescolare col cucchiaino una fumante tazza di cioccolata.
Strano tipo, questo Clews, poliziotto francese che passava spesso la frontiera per dare una mano ai colleghi italiani o chiedere loro un consiglio.
Strano nome, Clews, per un transalpino. Ed infatti era il nipote di uno scultore quasi sconosciuto, un certo Henry Clews, uno statunitense che si era trasferito con la moglie architetto in Costa Azzurra.
I due coniugi, non certo tipi comuni, avevano acquistato il castello di un piccola località alle porte di Cannes, il paesino di  Mandelieu-La Napoule. La moglie aveva ristrutturato il piccolo maniero secondo i propri gusti ed il marito, dopo un unico tentativo andato a vuoto di riscuotere consensi dalla critica con una esposizione di sculture, si era ritirato in una spaziosa e luminosa stanza del castello a continuare la sua opera, convinto più che mai che il suo genio offeso avrebbe ottenuto la definitiva consacrazione solo dai posteri.
In seguito i due condussero la loro esistenza all’insegna dell’anticonformismo più spinto, in un totale isolamento mitigato solo dalla nascita del figlio, un isolamento destinato a far crescere a dismisura il loro grande amore.
Erano sepolti ai piedi della più alta torre del castello, le tombe poste una di fronte all’altra.
I grandi blocchi di marmo un poco spostati dalla corretta posizione lasciavano intravedere le due bare.
La torre sepolcrale, da loro voluta e fatta erigere, non presentava alcuna apertura alla sommità: le loro due anime sarebbero state imprigionate per sempre dentro l’angusto spazio della costruzione. Insieme fino alla fine del tempo!
Con due avi di questo genere, pensava il nostro sergente, l’ispettore Clews, nonostante varie stramberie e la smodata passione per il cioccolato, era riuscito ancora abbastanza bene.
Svolgeva con scrupolo il proprio lavoro e aveva in più di un’occasione dato prova di talento con illuminanti intuizioni. Forse andava preso per come era, ecco tutto!
E riusciva persino simpatico, a volte. Come non erano niente male , a parer suo, le sculture del vecchio Henry Clews, che il sergente aveva ammirato in occasione della visita fatta con Trevisan a La Napoule, su invito del collega francese. Ora Clews e Trevisan erano seduti lì, di fronte a lui, con l’ennesimo, arduo caso da risolvere.
Sarebbe stata una lunga notte, sì! “ Allora, Rossi, cosa ha appurato? ” gli chiese Trevisan. “ Nulla. La bimba è stata trovata nel reparto dei racconti d’avventura della libreria verso l’ora di chiusura, non si sa se vi è arrivata da sola, non possiede oggetti che ci possano fornire uno straccio di indizio per identificarla, non risponde alle domande, né in italiano né in francese…..insomma: niente di niente! Ah...dimenticavo, la tasca destra del suo cappotto era piena di cioccolatini” Clews sbattè le palpebre e gli chiese: “ Cioccolatini ?”. 
“ Sì ” confermò Rossi  “ Cioccolatini dalle forme più bizzarre, a moneta, pesce, pistola, banana, nocciola e barilotto di rhum ”
“ Non abbiamo altro? ” provò ad insistere Trevisan “ No, niente altro ” “ Non mi piace ” commentò ancora il suo superiore. “ C’est ne pas facile ” confermò il francese.
“ L’indizio è davvero labile…” pensò ad alta voce Trevisan. “ Anche un indizio labile, mio caro amico, può essere utile nelle mani di un investigatore …abile ” giocò con le parole Clews.
Il sergente lo guardò torvo, non amava questo tipo di divertimenti. L’uscita di Clews aveva strappato solo un debole sorriso a Trevisan che, pensieroso, continuò “ Davvero non mi piace. Non abbiamo ricevuto nessuna denuncia di persone scomparse e stando così le cose, con niente in pugno voglio dire, chissà quando caveremo qualche ragno da qualche buco” “ Amici di Bordighera, forse lo cava Clews, che viene e va dalla frontiera ”.
Al sergente Rossi quel collega di Mandelieu, che suonava il violino e scriveva fiabe, tanto sicuro di sé, cominciava a dare sui nervi. “ Proviamo a fare qualche ipotesi, qualche supposizione, cari colleghi ” suggerì Trevisan mentre, finito il consueto, lento rito del mescolamento, Clews avvicinava con voluttà la tazza alle labbra.
Faceva freddo, d’accordo, ma per il sergente rimaneva sempre oscuro il come l’ispettore transalpino potesse tranquillamente continuare per ore ad ingerire una cioccolata calda dopo l’altra, senza apparentemente batter ciglio.
Il francese intanto, mentre sorseggiava l’adorata bevanda, si era messo a sfogliare una rivista che la moglie di Trevisan aveva inavvertitamente lasciato nell’ufficio del marito.
“ Sì, fate qualche supposizione, fatela. Ma , s’il vous plait, usate la fantasia, e usatene tanta: non dimenticate che a volte la realtà supera l’immaginazione ”.
Rossi, che non aveva mai brillato per eccessiva fantasia, punto sul vivo sbottò: “ Quella a voi certo non manca, vero? ” “Assolutamente no, amico mio. La mia è quasi sconfinata ” “ Ce ne può dare un esempio, se non è voler chiedere troppo? Grazie” “ Pas de quoi.
Con molto piacere.Vediamo….non potrebbe per cortesia, Rossi, farmi portare un’altra tazza di questa delizia, bella calda? ” Il sergente, rassegnato, ordinò ad un agente di procurarsi l’ennesima cioccolata, per la gioia del bar attiguo al commissariato.
“ Vediamo, dicevo. Ah..sì. A proposito di cioccolato, una volta ho scritto una fiaba che si intitola Tagliala in due!” “.. e ovviamente il titolo si riferisce al cioccolato… ” “ Anche, in un certo senso. E’ infarcito, il racconto, non il cioccolato, ” scherzò Clews “ di divinità greche. La storia inizia con un gruppo di bimbi che bisticciano per una tavoletta di cioccolato e la prima frase del racconto è proprio: Tagliala in due! Poco dopo, transitando nei pressi di una pasticceria, i piccoli notano un gigantesco uovo di Pasqua.
Questo uovo si rivelerà essere una macchina del tempo che li proietterà nell’antica Grecia. I primi due esseri in cui i bimbi si imbattono sono nientemeno che Ares e Dioniso, i quali discutono animatamente dei problemi che li affliggono – La Grecia del 476 avanti Cristo era piena di problemi –Dopo aver risolto due di queste questioni, cioè l’annoso bisticcio tra Era, Atena ed Afrodite sulla loro bellezza ed un furto, in quel di Olimpia, riguardante tutte le medaglie d’oro degli imminenti giochi, si accingono a risolvere definitivamente anche la più scabrosa.
Nei pressi di Tebe viveva allora un mostruoso essere, l’Idra, che dal giorno in cui aveva ricevuto un poderoso schiaffo da Poseidone era in preda a spaventose oscillazioni, non smetteva di muoversi ed ondeggiare, vibrando in continuazione, anche durante il sonno.
L’Idra a causa del movimento era sempre disturbata e di pessimo umore; aveva già divorato decine di ignari passanti e ferito al tallone il noto eroe Achilleo, che cercava di ucciderla.
Altri famosi eroi, Odisseo, Perseo, Teseo ed Erculeo ( tutti gli eroi greci finiscono tassativamente in EO ) avevano tentato, invano, di ammazzare il mostro. Il difficile consisteva però nel fatto che, per ucciderlo, bisognava riuscire a tagliare il suo corpo costituito da tanti segmenti esattamente a metà, altrimenti la paurosa bestia si sarebbe rigenerata dando vita a due mostri che, se non divisi esattamente, ne avrebbero generato quattro, e così via.
I bimbi, grazie ad una gomma da masticare gonfiata a dismisura e fatta scoppiare al momento opportuno, riescono a congelare l’Idra, impiastricciandola completamente con la viscosa sostanza. Possono quindi contare con calma i segmenti del suo corpo e, dato che questi risultano fortunatamente pari, dividere esattamente a metà la spaventosa bestia. L’onore di tagliare l’Idra spetta all’unico maschietto del gruppo, Andrea, che impugnate le forbici compie la sua impresa mentre le sue amiche lo esortano gridando - Forza, nostro eroe, tagliala in due! - Quattro coraggiosi bambini liberano così la Grecia da un incubo secolare.
Mentre Andrea sogna se stesso nel Pantheon degli eroi greci col nome di Andreo, ed una sua statua collocata  tra quelle di Teseo e Perseo, i quattro bimbi ritornano nella nostra era capitando nel bel mezzo di un congresso di cosmologi increduli che il viaggio nel tempo, invece che con buchi neri o ponti di Einstein-Rosen, sia fattibile all’interno di un banalissimo uovo di cioccolato. Che ne dice, Rossi? Le piace? ”
“ Molto ” asserì il sergente. “ Come poi lei avrà indubbiamente notato, il titolo si riferisce all’Idra, non alla cioccolata. Tra l’altro le divinità, nel racconto, pretendono di essere sempre chiamate con appellativi del tipo immensa grandiosità, felice giocosità, grande maestosità o divina divinità, il che mi ha consentito anche qualche licenza nello scrivere ….ad esempio…mi pare che una frase si concludesse con…ecco: le cime del monte Olimpo, seminascoste dalle nubi, si stagliavano in lontana lontananza ” “ Complimenti, Clews, lei è dotato di una creatività dirompente! ” osservò Trevisan , che subito proseguì: “Non divaghiamo però: abbiamo un lavoro che ci aspetta, un lavoro maledettamente difficile”
“ Uhm..sapete che vi dico? ” s’intromise Rossi “ Per me è stata abbandonata da una mamma troppo povera per poter sperare di dare alla bimba un’esistenza dignitosa. Quanti casi ho visto di tal genere! Una mamma amorevole l’ha lasciata sperando che la figlia sia adottata da qualche famiglia agiata in grado di garantirle un futuro migliore, quel futuro che certamente lei non potrebbe donarle ” “ Scontata! Piatta! Un’idea assolutamente ordinaria. La fantasia, Rossi, la fantasia! ” lo gelò il collega francese. -Scontata, eh? Piatta, eh? Bene, vedremo cosa sarai capace di tirar  fuori tu, grand’uomo!. E vedremo, quando il caso sarà chiuso, chi avrà fatto centro! – pensò il sergente. Clews riaprì la rivista mentre Trevisan si tuffò nelle profondità della propria mente, riemergendo poco dopo dai suoi pensieri per annunciare:
“ Ci sono! La bimba è una comune ladruncola, probabilmente una zingara. Sì, una zingara. E’ entrata in libreria, forse per paura, dopo aver rubato i cioccolatini in un negozio delle vie circostanti. Questo si accorderebbe a meraviglia col fatto che la sua scomparsa non sia stata segnalata. Inoltre chiarirebbe perché non capisce le domande. Probabilmente è dell’est Europa, forse, chissà, ungherese. Magari capisce solo quella lingua ” “ Andiamo già meglio ” approvò Clews “ Questa idea spiega sicuramente molte cose, e potrebbe addirittura essere vera.
Ma certamente, lo deve ammettere, non è molto originale. No! Ho come un presentimento: qualcosa mi dice che la soluzione sarà molto più fantasiosa, decisamente più strana ed interessante. Certainement! ”
“Atteniamoci ai fatti!” li pregò, quasi implorando, il pragmatico Rossi. “ Atteniamoci ai fatti” lo accontentò il suo capo “ La piccola era in una libreria, vero? Questo è assodato, ed aveva le tasche piene di cioccolatini, giusto? Basterà collegare con logica ineccepibile i libri, o la scrittura, con il cioccolato per veder saltar fuori la tanto agognata soluzione del nostro caso ”
“ Ben detto,Trevisan. Anche perché ho la netta sensazione che il cioccolato sia assolutamente determinante, in questa storia.  Uhm…erano sprovvisti di involucro i dolci, vero, Rossi? ”  “ Sì, nulla che possa ricondurre alla fabbrica di provenienza ”
“ Un momento!! ” esclamò Trevisan “ Che forme ha detto che avevano, i cioccolatini? ” “ Dunque ” Rossi consultò il taccuino “ pesce, banana, barilotto di rhum, nocciola, moneta e pistola ” “ Li ho visti! Ho visto quei tipi di cioccolatini l’altro ieri, ero in una pasticceria con mia moglie . Li produce la Cassini ”.
“ La Cassini? ” domandò uno stupito Clews. “ E’ una ditta del posto, la fabbrica è qui vicino, sulla collina di Perinaldo ” gli chiarì Rossi. 
“ Cassini….Perinaldo ” la mente di Clews lavorava freneticamente “ Ma non c’era un astronomo del diciassettesimo secolo, Gian Domenico Cassini, nato nell’entroterra ligure, a Perinaldo? ”
“ Sicuro, infatti Giovanni Cassini, il proprietario della fabbrica, è un suo lontano antenato. Si diletta anche di astronomia, Clews? ” gli chiese uno sbalordito Trevisan. 
“ Assolutamente sì, mon cher ami ”.
A questo punto, sulla stanza calò un lungo silenzio. Trevisan e Rossi avevano esaurito infatti tutte le possibilità della loro immaginazione mentre Clews, tranquillissimo, continuava a sfogliare il settimanale ed a pensare, a pensare intensamente.
Dopo qualche minuto, improvvisamente, l’ispettore alzò gli occhi per dire:“ Ho trovato. Incroyable! Assolutamente incroyable ” Clews pareva stupefatto. “ Cosa ha trovato di così incredibile, Clews? ” “ Ma la soluzione dei nostri problemi, parbleu! ” “ Ha risolto la faccenda? ” “ Sì, anche se non ci credo ancora ” “ Non ci credo neanche io ” “ Oh..sì, invece. La soluzione è ovvia, anche se sbalorditiva. Assolutamente straordinaria. Certo, lo ammetto, ho avuto fortuna a trovarla, un’enorme dose di fortuna, ma d’altronde la fortuna aiuta chi persevera ”
“ E quale sarebbe questa ovvia soluzione? ” Clews stette qualche attimo in silenzio, a meditare. C’era ancora qualche tassello da mettere a posto. Poi, sorridendo, disse: “ Partiamo dal presupposto che la bimba sia la figlia, o la nipote, del signor Cassini ” “ Non ha figli ” “ La nipote, dunque. Bene, che ci faceva la nipote di un magnate del cioccolato vicino ad un libro di avventure, con in tasca quelle forme? Immagino che una ditta, qualunque sia il prodotto da piazzare sul mercato, debba continuamente  studiare nuove idee per attirare la clientela. Bene, la Cassini sta studiando una novità di questo tipo e, se sono vicino al vero, so anche quale è questa idea ”
“ Ah, sì? E quale? ” “ Elementare, Trevisan! Il cioccolato ed i libri, rammenta? Ha presente come sono fatte all’interno tutte quelle confezioni di gustosi cioccolatini? ”
“ Certo, nella scatola c’è un contenitore di cartone o di plastica che contiene già stampate le forme dei cioccolatini: i vari pezzi vengono poi collocati nei relativi stampi ” “ Esattamente. La Cassini vuole stampare questi contenitori come fossero pagine di un libro ” “ Cosa??”  “Certo. Si possono produrre questi fogli con una storia od una favola e, ogni tot parole, inserire uno stampo adeguato dove mettere poi il pezzo di cioccolato con la forma di quella parola. Una volta finiti i cioccolatini, resterebbe sempre la pagina con in rilievo le varie sillabe del racconto ed, al posto dei cioccolatini e scavati nella plastica, i buchi ormai vuoti corrispondenti alle forme…mangiate. Vedrà che presto i negozi saranno pieni di questi libri, di queste fiabe dolcissime, di cioccolato. I bambini faranno la raccolta di quelle pagine, di quelle confezioni. I libri di cioccolato andranno a ruba ”
“ Clews! E’ un’idea bellissima! Lei dovrebbe lavorare nell’ufficio pubblicitario di un’industria! ”  “ Sì, credo anche che, se non sarà la Cassini a sfruttare quest’idea, non mancherà certo in futuro chi lo farà.E’ semplicissimo poi spiegare cosa ci faceva la bimba nella libreria ” “ E’ semplicissimo? ” “ Bien sur. La piccola, con in tasca le forme prodotte dalla fabbrica dello zio Giovanni, stava cercando quale racconto si adattasse meglio ad esse. Deve essere molto oneroso infatti, per un’industria, cambiare le forme in metallo che servono per imprimere nella carta gli stampi. Meglio utilizzare quelle già disponibili, se possibile. Non credete? Bene, la bambina è riuscita nella sua impresa. Ha trovato il libro ”
“ Oh…ma davvero!? e scommetto che lei..” chiese Rossi con un’ironia appena velata “ che lei è in grado di dirci addirittura quale sia questo libro, giusto? ” “ Assolutamente sì. Banale. La piccola è stata trovata nel reparto dei racconti di avventura,no?”
“E allora?”  “ Era un libro con una storia di pirati ”
“ Un libro sui pirati? ” “ Certamente, caro Trevisan: in quale altra storia può trovare contemporaneamente pistole, monete, pesci , banane nonché barilotti di rhum? E per quanto concerne le nocciole, beh..credo che Rossi si sia sbagliato, penso si trattasse di noci di cocco. Tutto questo c’è, su un isola di pirati che si rispetti.” 
Rossi e Trevisan si guardarono allibiti. “ Lei è un genio! Della levatura di un Nero Wolfe! E’ riuscito addirittura a dare una spiegazione alle forme dei cioccolatini che erano nella tasca della bimba. Incredibile! ”
Il commissario continuò a prolungarsi in una lunga sequenza di lodi ma il solito, pratico sergente, pur ammirato da tanta bravura, non tardò a riportarli con i piedi per terra.
“ Peccato che anche di questa meravigliosa ipotesi manchino le prove. Dovremo attendere i prossimi giorni. Comunque abbiamo due o tre idee su cui lavorare, d’altronde non potevamo sperare di essere così fortunati da risolvere tutto in nottata. Era impossibile ” “ Non ci sarà bisogno di cercar prove. Il caso è chiuso ” dichiarò perentorio Clews “ Absolument ”
Rossi lo guardò, stava bluffando, ne era sicuro. L’ispettore sorrise, pregustando la sorpresa che stava per propinar loro “ Ho voluto dimostrarvi dove può arrivare la fantasia. La mia. Ma…ma la realtà supera sempre la fantasia. Ebbene, sì, la mia ipotesi non potrà essere confermata. Per un motivo molto semplice: è falsa! ”
I suoi colleghi lo guardarono increduli, letteralmente a bocca aperta. Un allegro Clews spiegò: “ Se possiamo ritenere il caso chiuso oltre ogni ragionevole dubbio dobbiamo ringraziare, a parte beninteso la fortuna e la mia non comune prontezza di spirito, la sua gentile consorte, caro Trevisan ”
“ Mia moglie?? ” “ Ma assolutamente sì, mio caro amico. La rivista che la sua metà ha dimenticato qui questa sera è stata un regalo piovuto dal cielo, pura manna per le mie facoltà intellettive” “Ma...quale rivista? ”
“ Questa rivista qui, Io donna ”  “ Io donna? ”  “ Certo! L’avrà pur vista qualche volta, la legge sua moglie! ” “ Sì, certo….l’ho spulciata distrattamente…qualche volta ”  “ Mai fare le cose distrattamente, mio caro. Guardate qui, voila! A pagina 129. Vedete? La rivista, in collaborazione con l’azienda dolciaria Novi ha incaricato una scrittrice, Melania Mazzucco, di inventare l’inizio di una storia che i lettori interessati possono terminare. E come incomincia il lavoro? Una bambina, il sabato di Natale, guarda caso, viene trovata sola in una libreria di una piccola cittadina.  Si ignora se si sia persa o sia stata abbandonata, se non parli o non voglia parlare. Certo che non parla!! E cosa potrebbe proferire? E’ entrata nel negozio solo perché qualche affezionato lettore potesse scrivere il seguito di un racconto! ” 
“ Lei crede…lei pensa dunque che la bimba sia stata inviata appositamente dalla società...” Trevisan sbirciò la pagina “ ...Novi Elah Dufour? Che faccia parte del complotto? ”
“ Mais oui! Ma certamente. E’ tutto chiaro, lampante come le soleil ”  “ Però!….” pensò Rossi impressionato da quello strabiliante pezzo di bravura di Clews. Ad alta voce aggiunse “ Uhm..commissario, devo aprire un’indagine sulla società? La Novi Elah, intendo. Devo richiedere magari anche una visita, che so, della Guardia di Finanza?” 
Il francese ed il commissario si scambiarono una breve occhiata. “ No, non penso ne valga proprio la pena ”concluse Trevisan “ la cosa migliore è sicuramente archiviare il tutto ”.  “ Giusto, bene. Anche questo caso è risolto. La redazione di Io donna, la Mazzucco  e la Novi Dufour credevano di turlupinare me, l’ispettore Clews, pfui....dilettanti!! ”
Guardò l’orologio “ Forse faccio in tempo per il treno di mezzanotte ” Detto ciò, il poliziotto indossò il cappotto sgualcito, nelle cui tasche rovistò in cerca del biglietto ferroviario – avrebbe trascorso la domenica alla gendarmeria di Cannes – e si congedò con un semplice cenno del capo. Scartocciò la tavoletta di cioccolato dimenticata in un angolo della tasca assieme al biglietto ed ora ritrovata, l’addentò con gusto ed uscì sbattendo la porta.


 Pietro Rainero



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